Quarant’anni fa usciva l’album più intimista, sofferto e cupo della rock band inglese
di Alessandro Ceccarelli
“Devi essere pazzo, devi avere una necessità assoluta.
Devi dormire in piedi, e quando stai per strada
Devi essere in grado di scegliere la preda facile ad occhi chiusi.
E avvicinandoti silenziosamente, sottovento e fuori vista
devi colpire al momento giusto senza pensarci su”
(Roger Waters, Dogs)
La crisi esistenziale di Waters
“Animals” è forse l’album dei Pink Floyd più cupo e intimista della discografia di Pink Floyd. Fu composto in un periodo molto difficile per Roger Waters, che si era separato da poco e che stava assumendo il controllo totale del gruppo con atteggiamenti autoritari nei confronti degli altri tre componenti. Il comportamento del bassista, secondo Gilmour, Wright e Mason stava rasentando la paranoia e il più cupo pessimismo nei confronti del mondo.
I rapporti divennero sempre più conflittuali e tesi soprattutto con Richard Wright. In seguito il bassista arrivò a dire che il tastierista durante le registrazioni dell’album era particolarmente apatico, svogliato e non impiegò alcune sue composizioni che utilizzò invece per il suo primo disco solista pubblicato nel 1978. Sta di fatto che “Animals” è il primo album dei Pink Floyd in cui non appare Wright come compositore e nel successivo “The Wall”, Waters arrivò addirittura ad allontanarlo della band.
Cosa stava accadendo a Roger Waters? Cosa lo stava rendendo così scontroso, autoritario e arrogante? Oltre al divorzio, nel bassista stava esplodendo tutta la sua rabbia e il suo rancore per non aver conosciuto il padre. Eric Fletcher Waters era stato ucciso durante lo sbarco di Anzio nel gennaio del 1944 quando il figlio aveva pochi mesi.
Roger Waters era cresciuto con un vuoto enorme, profondo e con una madre iperprotettiva e invadente. Tutte queste angosce, frustrazioni e dolori furono la base della monumentale opera “The Wall”, ma già nell’estate del 1976, quando si trattò di registrare “Animals”, Waters impose alla band l’ennesimo concept album, seguito di “The dark side of the moon” e “Wish you were here”. Le tensioni con gli altri musicisti furono anche di natura prettamente musicale e stilistica. Il bassista per questo disco diede assoluta priorità ai testi e le musiche, secondo David Gilmour, furono composte meramente per accompagnare le pessimistiche e ciniche liriche. Per il chitarrista l’album era troppo verboso, e le parti strumentali erano evidentemente sacrificate rispetto allo sforzo concettuale voluto e imposto da Roger Waters.
Il successore dell’acclamato e vendutissimo “Wish you were here”, fu registrato negli studi Britannia Row Studios di Londra tra l’aprile e il dicembre del 1976. Anche il suono era decisamente diverso da quello del precendente album. In “Animals” il sound è meno squillante, più cupo, più oscuro. Waters scrisse la totalità dei testi delle cinque tracce, tra cui la suite “Dogs”. Il bassista prese spunto da “La fattoria degli animali” di George Orwell: tutti i brani hanno come titoli animali, la già citata “Dogs”, le due parti di “Pigs on the wings”, “Sheep” e “Pigs”. Il bassista si scagliò con inaudita ferocia contro la società inglese del periodo, criticando aspramente il cinismo dei politici e la vigliaccheria della popolazione così passiva dinnanzi ad una classe dirigente profondamente corrotta e amorale. Sintomatica è questa durissima strofa di “Dogs”:
“E dopo un po’ potrai dedicarti alla cura dello stile:
come la cravatta del circolo e una salda stretta di mano
un certo sguardo negli occhi e un sorriso accattivante
devi ispirare fiducia alle persone a cui menti
così quando ti volteranno le spalle
avrai la possibilità di affondarvi il coltello”
Lo scontro tra Waters e Wright
Dal punto di vista musicale, David Gilmour è il solo componente dei Pink Floyd che riesce a far accettare alcuni suoi spunti per la suite “Dogs”, tutte le altre composizioni sono infatti del sempre più ‘dittatoriale’ Waters. In “Animals”, per la prima volta, il ruolo delle tastiere di Wright è decisamente limitato rispetto al lavoro chitarristico, sia elettrico che acustico di Gilmour. Anni dopo Waters dirà che in quel periodo Wright usava molto la cocaina che ridusse molto il suo apporto strumentale e compositivo. Nonostante ciò Wright in “Animals” impiega un gran numero di tastiere come l’Hammond C3 e il Farfisa, il pianoforte, il piano elettrico Fender Rhodes e Wurlitzer, l’honher Clavinet, l’Arp String Ensemble Solina, il Vocoder e due sintetizzatori mini moog.
Ascoltando oggi il disco a distanza di 40 anni, si può notare che è stato estremamente sottovalutato: il sound di “Animals” è molto meno rassicurante e più ispido di quello dei due album precedenti, l’atmosfera è claustrofobica e inquieta. La cappa elettronica e il clima venefico voluto da Roger Waters gli hanno permesso di reggere bene all’usura del tempo, a causa anche di una paradossale vicinanza alla corrente new-wave.
Per questo album i Pink Floyd recuperarono due brani scartati dal precedente lavoro “Wish You Were Here”: “Gotta Be Crazy” e “Raving and Drooling”. Per adattarli alla metafora animalesca dell’album, le liriche vennero modificate e i brani furono ribattezzati “Dogs” e “Sheep.” In “Dogs” l’apporto chitarristico di David Gilmour è uno dei più significativi della sua carriera con la celebre band. Molto accurata fu la realizzazione della copertina che ritrae la storica centrale elettriche londinese, la Battersea Power Station, costruita tra il 1933 e il 1939 e chiusa definitivamente nel 1983.
“Animals” fu pubblicato il tutto il mondo il 21 gennaio del 1977. Nonostante l’attesa fosse molto forte dopo l’enorme successo di Wish you were here”, le vendite del nuovo album furono decisamente inferiori anche se ragguardevoli. Il disco raggiunse il primo posto in Italia, Nuova Zelanda, Francia, Olanda e Germania, il secondo posto in Gran Bretagna, Norvegia, Australia e Austria, il terzo negli Stati Uniti e Svezia e il dodicesimo in Canada. Si è aggiudicato otto dischi di platino e tre di oro. A oggi le vendite complessive sfiorano 12 milioni di copie in tutto il mondo.
Testo tradotto di “Pigs on the wings” part I e II
“Se non ti preoccupassi per quello che mi è successo
E io non tenessi a te
Ce ne andremmo a zigzag per la nostra strada
tra la noia e il dolore
Guardando ogni tanto in su nella pioggia
Chiedendoci quale farabutto incolpare
E stando all’erta dai maiali in volo
Lo sai che mi preoccupo per quello che ti succede
E so che anche tu tieni a me
Per cui non avverto la solitudine
O il carico del fardello
Ora che ho un posto sicuro
per seppellire il mio osso
E anche gli sciocchi sanno che un cane
ha bisogno di una casa, un riparo dai maiali in volo”
GIUDIZI E COMMENTI SU “ANIMALS”
“Stretto tra due colossi come Wish You Were Here e The Wall, Animals è ancora oggi un disco parzialmente sottovalutato. Animals esce nel Regno Unito il 21 gennaio 1977. E’ il decimo album in studio dei Pink Floyd. La band è prossima all’implosione. Dopo il successo enorme di Dark Side, il Mirabile e Magnificamente Folle Roger Waters soffre sempre di più la popolarità, il rapporto con il pubblico e con l’industria discografica. Stargli accanto è quasi impossibile. Proprio durante il tour promozionale di Animals, Waters sputerà a un tontolone ubriaco che lo stava insultando. Da quel gesto germoglieranno The Wall e The Pros And Cons of Hitch Hiking (anche se i titoli non erano ancora questi), che Waters scriverà quasi di getto”. Sono i mesi in cui esplode il punk, che peraltro se la prende anzitutto con i Pink Floyd, ritenuti emblema della “vecchia musica” e del “sistema”. Insomma: cazzate. Johnny Rotten, cantante dei Sex Pistols, indosserà la celebre maglietta “Io odio i Pink Floyd”. Ovviamente Animals è un disco che nulla c’entra con il “mercato”. E – altrettanto ovviamente – Animals è molto più rivoluzionario di tante (non tutte) baracconate punk. Animals è ancora un concept album watersiano. Se in Dark Side ci si interrogava sul senso della vita (e della morte), e se Wish You Were Here verteva sul tema dell’assenza e del cinismo dell’industria discografica (oltre che sul ricordo di Syd Barrett), Animals è una riflessione cupa e spietata non solo sull’Inghilterra di fine Settanta ma – più ampiamente – sulla natura dell’uomo. E dunque della società. E’ il disco più politico dei Pink Floyd, che deve molto alla Fattoria degli Animali di George Orwell”. (Andrea Scanzi, giornalista e scrittore)
“In un certo qual modo Animals, la cui splendida cover concepita negli studi della Hypgnosis ritrae la centrale elettrica Battersea Power Station, situata alla periferia di Londra e sorvolata da un maiale, si ispira alle tematiche sociopolitiche contenute del libro La Fattoria Degli Animali di George Orwell. Musicalmente c’è sostanziale differenza rispetto ai precedenti dischi, in definitiva più solari in aperta contrapposizione alle composizioni quasi angoscianti incluse in quest’album. Aggiungerei che anche nello storico The Wall e nell’intimista The Final Cut, dedicato al padre di Roger Waters morto in guerra, possiamo ritrovare atmosfere similari. Siamo al cospetto di un concept album ideato dalla mente geniale di Roger Waters che si apre e si conclude con Pigs On The Wings munita di un onirico e tranquillo fraseggio acustico. In Dogs, pezzo già noto con il nome di You Gotta Be Crazy, il virtuosismo chitarristico di David Gilmour raggiunge vertici assoluti e grande è anche il lavoro di Wright nelle parti al sintetizzatore. Pigs (Three Different Ones) ha un andamento avvolgente molto intimista ed è famosissimo per i grugniti dei maiali; in questa composizione Gilmour conferma il suo eccezionale stato di grazia. Sheep, anche questo era conosciuto in precedenza con il titolo di Raving And Drooling, è un pezzo fenomenale, dalla ritmica incalzante e con una basso martellante a farla da padrone supportato da suadenti tastier”. (Rivista musicale Metallized)
“Incastonato fra i ben conosciuti e diversissimi “Wish You Were Here” (1975) e “The Wall” (1979), quest’album assume un ruolo cruciale nell’evoluzione dei Pink Floyd da gruppo coeso e pluri-ispirato ad espressione pressoché univoca e radicale delle ossessioni e delle voglie di Roger Waters.
Il bassista, già dal 1971 (album “Meddle”) unico liricista della formazione, prende qui l’esclusiva anche della voce solista, compone da solo tre pezzi su quattro e progetta pure l’inquietante copertina della confezione. I contributi dei due solisti David Gilmour e Rick Wright sono ancora importanti in fase di arrangiamento ed esecuzione, l’album per questo suona sufficientemente musicale e progressive, ma l’universo sonoro sognante e “spaziale”, rotondo e felpato, che tanto aveva contribuito a rendere i precedenti dischi floydiani così accattivanti pur nella tragicità degli argomenti trattati, va in sostanziale dissolvenza, picconato dalla rabbiosa voce del leader, dalle Orwelliane similitudini descritte nei suoi testi, dai claustrofobici effetti speciali inseriti per sostenerli”. (Pier Paolo Farina, critico musicale e giornalista)
Liberamente ispirato al romanzo di George Orwell, La fattoria degli animali, Animals descrive le varie classi sociali con nomi di differenti specie di animali. I cani, aggressivi, sono i rappresentanti della legge. I maiali, dispotici e spietati, sono i politici, mentre la mandria delle pecore il popolo. L’album è una critica al capitalismo e al degrado morale e sociale della società.Altro aspetto interessante del disco è la copertina: la vecchia centrale di Battersea sul Tamigi. Qualche mese fa vi abbiamo parlato di come la vecchia centrale ospiterà la nuova sede della Apple. Ma passiamo al motivo per cui venne raffigurata come copertina del disco.
In quest’occasione la band rifiutò la proposta dello studio Hipgnosis di Storm Thorgerson poiché queste delusero Roger Waters. La prima raffigurava un bambino in pigiama con in mano un peluche che osservava i genitori mentre consumano un amplesso. L’altra idea invece prevedeva delle anatre inchiodate al muro con tanto di schizzi di sangue (presenti in molte case inglesi anche se di plastica).
Così quasi per caso Waters ebbe l’intuizione in una delle sue passeggiate in bicicletta per le vie di Londra. Davanti alla centrale Battersea Power Station Roger rimase molto colpito dall’architettura austera dell’edificio e decise inoltre di aggiungere un pallone gonfiabile a forma di maiale che sarebbe stato collocato proprio tra le due torri. (Alessio Bardelli, Spettacolo!)
IN THE FLESH TOUR 1977:
23 January 1977 | Dortmund | West Germany | Westfalenhallen |
24 January 1977 | |||
26 January 1977 | Frankfurt | Festhalle Frankfurt | |
27 January 1977 | |||
29 January 1977 | West Berlin | Deutschlandhalle | |
30 January 1977 | |||
1 February 1977 | Vienna | Austria | Stadthalle |
3 February 1977 | Zürich | Switzerland | Hallenstadion |
4 February 1977 | |||
17 February 1977 | Rotterdam | Netherlands | Sportpaleis Ahoy |
18 February 1977 | |||
19 February 1977 | |||
20 February 1977 | Antwerp | Belgium | Sportpaleis |
22 February 1977 | Paris | France | Pavillon de Paris |
23 February 1977 | |||
24 February 1977 | |||
25 February 1977 | |||
27 February 1977 | Munich | West Germany | Olympiahalle |
28 February 1977 | |||
1 March 1977 | |||
15 March 1977 | London | England | Empire Pool |
16 March 1977 | |||
17 March 1977 | |||
18 March 1977 | |||
19 March 1977 | |||
28 March 1977 | Stafford | New Bingley Hall | |
29 March 1977 | |||
30 March 1977 | |||
31 March 1977 | |||
North America | |||
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22 April 1977 | Miami | United States | Miami Baseball Stadium |
24 April 1977 | Tampa, Florida | Tampa Stadium | |
26 April 1977 | Atlanta | The Omni | |
28 April 1977 | Baton Rouge, Louisiana | LSU Assembly Center | |
30 April 1977 | Houston | Jeppesen Stadium | |
1 May 1977 | Fort Worth, Texas | Tarrant County Convention Center | |
4 May 1977 | Phoenix, Arizona | Arizona Veterans Memorial Coliseum | |
6 May 1977 | Anaheim, California | Anaheim Stadium | |
7 May 1977 | |||
9 May 1977 | Oakland, California | Oakland–Alameda County Coliseum | |
10 May 1977 | |||
12 May 1977 | Portland, Oregon | Memorial Coliseum | |
15 June 1977 | Milwaukee | County Stadium | |
17 June 1977 | Louisville, Kentucky | Freedom Hall | |
19 June 1977 | Chicago | Soldier Field | |
21 June 1977 | Kansas City, Missouri | Kemper Arena | |
23 June 1977 | Cincinnati | Riverfront Coliseum | |
25 June 1977 | Cleveland | Municipal Stadium (World Series of Rock) | |
27 June 1977 | Boston | Boston Garden | |
28 June 1977 | Philadelphia | The Spectrum | |
29 June 1977 | |||
1 July 1977 | New York City | Madison Square Garden | |
2 July 1977 | |||
3 July 1977 | |||
4 July 1977 | |||
6 July 1977 | Montreal | Canada | Olympic Stadium |