“Vermiglio”, un elogio alla cultura contadina dell’Italia del secondo dopoguerra

Ambientato nel paesino di Vermiglio (provincia di Trento) negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, questo sorprendente film racconta con estremo realismo e dovizia di particolari estetici e visivi la dura e severa vita contadina, le vicende umane di una numerosa famiglia il cui padre è un insegnante in una piccola scuola elementare. L’arrivo di un militare che aveva disertato porta in un primo momento novità e felicità. Ma la tragedia è dietro l’angolo. Il film di Maura Delpero è un profondo e realistico spaccato dell’Italia contadina del dopoguerra: un Paese dilaniato dagli orrori della guerra che aveva anche profondamente devastato l’umanità delle persone. Una pellicola che sembra ricordare o forse omaggiare il cinema di Olmi (L’albero degli zoccoli) e dei fratelli Taviani (Padre padrone) per il ritratto di una cultura ormai perduta.

TRAMA

Nel 1944, l’arrivo nella remota Vermiglio di Pietro, un soldato siciliano, stravolge la quotidianità di un insegnante e della sua famiglia, mentre Lucia, la maggiore delle sue figlie, se ne innamora e decide di sposarlo. Alla fine della guerra Pietro torna in Sicilia e Lucia dà alla luce una bambina, Antonia. In famiglia si apprende dal giornale che Pietro, già sposato con una donna siciliana, viene da questa ucciso. Lucia rimane sconvolta dall’apprendere la verità, cade in uno stato di disperazione, rifiuta la bambina, medita il suicidio, dal quale la salva il fratello. Si riprenderà pian piano; andrà poi in Sicilia, sulla tomba del marito. Intanto ha affidato la piccola ad un orfanotrofio, nel quale lavora la sorella minore Ada, fattasi suora. Lucia andrà in città, a servizio in una famiglia di signori, ripromettendosi di tornare poi a riprendere la bambina.

Le riprese del film sono cominciate il 28 agosto 2023 e sono terminate il 18 dicembre seguente, in Val di Sole: a Vermiglio, paese natale del padre della regista, a Carciato e a Comasine. Maura Delpero ha deciso di realizzare il film dopo la morte di suo padre come modo per contribuire a che le tradizioni nelle quali era cresciuta non andassero perse, effettuando anche molte interviste alla popolazione locale nel corso della pre-produzione.