STORIA: L’offensiva del Tet, l’inizio della sconfitta Usa

Gennaio 1968: un momento dell’offensiva del Tet nel Vietnam del Sud. Marines statunitensi rispondo al fuoco dei Vietcong in un quartiere di Saigon

Nel gennaio del 1968 con l’attacco comunista al sud gli Usa capirono che la guerra in Vietnam non poteva essere vinta

 

 di Alessandro Ceccarelli

 “Il Vietnam è ancora dentro di noi. Ha creato dei dubbi sulla capacità di giudizio degli americani, sulla credibilità americana, sulla potenza americana, non soltanto in patria ma in tutto il mondo. Ha avvelenato il nostro dibattito politico interno. Abbiamo quindi pagato un prezzo esorbitante per decisioni che vennero prese in buona fede e per buoni fini”.

(Henry Kissinger, ex segretario di Stato Usa)

“Sì, abbiamo sconfitto gli Stati Uniti. Ma adesso siamo perseguitati da molti problemi. Non abbiamo da mangiare. Siamo un Paese povero, sottosviluppato. Fare una guerra è facile, ma governare è difficile”.

(Pham Van Dong, ex premier vietnamita)

 

Una ferita non rimarginata

Cinquant’anni fa con l’inaspettata offensiva comunista nel Vietnam del Sud, il Pentagono, l’amministrazione Johnson e la società americana capirono improvvisamente che quella guerra non poteva essere vinta. Alla fine di questo attacco generale, le forze del Nord e dei Vietcong pur sconfitte sul piano militare dai soldati americani fecero crollare ogni ottimistico esito del conflitto che avrebbe creato una grave frattura nel profondo della società statunitense. L’opinione pubblica della più grande superpotenza della terra si interrogò a lungo sulle conseguenze della tragica esperienza della guerra in Vietnam. Prima di questo lungo e doloroso conflitto i soldati Usa erano stati sempre visti come degli eroi, come dei salvatori che andavano a liberare popoli e nazioni dai totalitarismi. Anche a Hollywood i ‘war movie’ erano saturi di propaganda, eroismo, mentre la morte era spesso messa in secondo piano. Con la guerra nel Sud Est asiatico gli Stati Uniti furono costretti per la prima volta a combattere secondo le regole di un nemico invisibile, ben addestrato e capace di sopportare qualsiasi tipo di sofferenza pur di vincere. La tragedia americana in Vietnam pose fine all’immagine positiva degli Usa nel mondo: giovani alti, biondi e sorridenti che scorrazzavano nelle highway con le loro grandi auto. Quella guerra mise a nudo l’incapacità di varie amministrazioni nel contenere l’espansionismo sovietico in quella regione del mondo. Le amministrazioni Johnson e Nixon, quelle più compromesse con gli orrori in Indocina non seppero evitare uno dei momenti più drammatici della recente storia americana. Dopo decenni di benessere economico, la supremazia economica e militare senza eguali nel mondo, gli Usa non si resero conto degli errori che commisero pian piano con l’impegno politico e militare in quel piccolo Paese della penisola indocinese. Le conseguenze furono di non poco conto. Sia a livello economico e soprattutto a livello di coesione sociale. La società americana, impreparata psicologicamente alla sconfitta, impiegò molti anni per “digerire”, un simile smacco internazionale. Quella guerra di logoramento segnò profondamente l’inconscio degli americani.

Il Tet: una sconfitta militare diventata vittoria

Nel gennaio del 1968 i soldati americani erano impegnati direttamente in Vietnam da oltre tre anni. L’escalation militare voluta dal presidente Johnson aveva portato la presenza di circa 500mila soldati statunitensi in Indocina. I primi tremila marines erano sbarcati trionfalmente l’8 marzo del 1965, ma gli Usa si erano lentamente impantanati in quel Paese da più di cinque anni con l’amministrazione Kennedy. L’iniziale ottimismo si trasformò presto in una evidente frustrazione del presidente Johnson e delle alte sfere militari compreso il generale William Westmoreland (capo del contigente Usa in Vietnam) e di Robert McNamara (Ministro della Difesa). I massicci e devastanti bombardamenti aerei americani con l’operazione “Rolling Thunder”, non diedero risultati soddisfacenti. La tempesta di bombe fece l’effetto contrario: il Vietnam del Nord resistette e tenne duro, diventando sempre più aggressivo e pericoloso. Alla fine del gennaio del 1968, approfittando delle feste del Capodanno cinese, le truppe del Vietnam del Nord e dei Vietcong attaccarono di sorpresa e in massa tutte le principali città del Vietnam del Sud. Questa improvvisa offensiva su larga scala colse completamente di sorpresa i servizi di informazione delle forze armate americane. Per la prima volta i soldati Usa furono costretti a combattere per le strade di Saigon. Fu addirittura assalta l’ambasciata americana. L’imbarazzo fu enorme in tutti gli Stati Uniti e nei paesi occidentali. Il 31 gennaio circa 70mila soldati comunisti scatenarono un’offensiva generale per rovesciare il governo filoamericano di Saigon. Dopo i primi giorni di violenti combattimenti in cui soprattutto le truppe sudvietnamite rischiarono più volte di essere travolte la reazione americana fu altrettanto massiccia. Quando l’offensiva cessò alla fine di marzo del 1968, ovvero quando tutti i centri abitati nel sud furono faticosamente riconquistati dai soldati americani le perdite furono significative. Nei sanguinosi scontri a fuoco dal 31 gennaio al 28 marzo gli Usa persero 1.100 militari mentre gli alleati del Vietnam del Sud circa 3mila. I feriti furono poco più di 15mila. Per l’esercito comunista l’offensiva del Tet fu un duro colpo: circa 35mila soldati uccisi, quasi 50mila feriti più cinquemila prigionieri. L’evidente sconfitta militare delle forze comuniste fu invece completamente ribaltata dall’aspetto psicologico e politico. Con l’offensiva del Tet gli Stati Uniti si resero conto che le proprie truppe nel Vietnam del Sud erano vulnerabili e che soprattutto a livello politico e strategico non avrebbero mai vinto la guerra in tempi sufficientemente brevi.

 

Offensiva del Tet: soldati americani si riparano dietro un mezzo corazzato M-113

LE TAPPE STORICHE DELLA GUERRA DEL VIETNAM

1960: il Vietnam del Nord impone il servizio militare obbligatorio

1961: Nel lasciare la presidenza, Eisenhower ammonisce Kennedy che il Laos è il punto più caldo del Sud-est asiatico. In marzo il neopresidente Kennedy conferma il sostegno americano per la sovranità del Laos. In maggio il vicepresidente Johnson visita il Vietnam del Sud. Il generale statunitense Maxwell Taylor dopo un viaggio a Saigon suggerisce l’intervento delle truppe Usa da combattimento. Kennedy è al momento contrario ma rafforza il contingente di consiglieri militari.

1962: Il numero dei consiglieri americani in Vietnam del Sud sale da 700 a 12mila. Il 23 luglio viene siglato a Ginevra l’accordo sul futuro del Laos.

1963: Il 2 gennaio truppe vietcong sconfiggono i sud vietnamiti nella battaglia di Ap Bac.. IL 22 agosto arriva a Saigon Henry Cabot Lodge, nuovo ambasciatore degli Stati Uniti. Alla fine dell’anno i consiglieri americani sono 13mila.

1964: In marzo il ministro della Difesa statunitense Robert McNamara visita il Vietnam del Sud. Gli strateghi del Pentagono perfezionano i loro piani di bombardamento del Vietnam del Nord. Il 2 agosto imbarcazioni militari del Vietnam del Nord attaccano il cacciatorpedinieri Usa “Maddox” nel Golfo del Tonchino. Aerei americani imbarcati sulle portaerei bombardano per la prima volta obiettivi militari nel Vietnam del Nord. Il 7 agosto il Congresso approva la risoluzione per il golfo del Tonchino e concede al presidente Johnson un potere straordinario per agire nel Sud-est asiatico. Il 30 ottobre i vietcong attaccano la base Usa di Bienhoa. Il 24 dicembre militari vietcong attaccano una caserma americana a Saigon.

1965:  In febbraio nuovi attacchi dei Vietcong contro istallazioni militari Usa. Il presidente Johnson autorizza raid aerei di rappresaglia. Il 24 febbraio inizia la massiccia campagna aerei di bombardamenti Usa contro il Vietnam del Nord, denominata “Rolling Thunder”. L’8 marzo sbarcano a Da Nang i primi due battaglioni di Marines Usa. Sono le prime truppe americane da combattimento a giungere in Vietnam. Il 28 luglio il presidente Johnson da l’ok per l’invio di altri 44 battaglioni da combattimento. In ottobre le truppe Usa sconfiggono le unità nordvietnamite nella valle del Ia Drang. E’ il primo scontro convenzionale tra statunitensi e comunisti. Il numero dei soldati americani in Vietnam raggiunge nel mese di dicembre le 200mila unità.

1966: Dopo una breve sospensione dei raid aerei Usa, il 31 gennaio il presidente Johnson ordina nuovi massicci bombardamenti sul Vietnam del Nord. Il 29 giugno l’aviazione americana colpisce i depositi di carburante nei pressi di Hanoi e Haiphong. Il 25 ottobre i leader politici americani e sud vietnamiti concludono la conferenza di Manila. Alla fine dell’anno i soldati americani in Vietnam raggiungono le 400mila unità.

1967: Il 28 gennaio il ministro degli Esteri Nordvietnamita Trinh afferma che gli Stati Uniti devono cessare i bombardamenti prima che si possa dare inizio ai colloqui di pace. Il 27 aprile il comandante delle forze militari Usa in Vietnam (generale Westmoreland) si reca a Washington a colloqui con il presidente Johnson. Il ministro della Difesa Usa McNamara annuncia che i raid Usa contro il Vietnam del Nord non hanno raggiunto sinora nessun risultato significativo. In settembre le truppe comuniste danno inizio ad azioni su vasta scala contro la grande base Usa di Khesanh. Alla fine dell’anno le truppe Usa in Vietnam raggiungono la cifra di 500mila unità.

1968: Il 31 gennaio inizia l’offensiva comunista del Tet. Oltre 60mila soldati vietcong attaccano le principali città del Sud Vietnam. Gli Stati Uniti sono colti completamente di sorpresa. Il 25 febbraio gli americani e i sudvietnamiti riconquistano Huè dopo 26 giorni di violenti combattimenti. Il ministro della Difesa Usa Robert McNamara, fautori del massiccio impegno Usa in Vietnam si dimette dopo aver capito che l’escalation militare non ha portato risultati soddisfacenti. Il suo successore Clark Clifford rifiuta la proposta dell’invio di ulteriori 206mila militari oltre ai già presenti 500mila. Il 31 marzo il presidente Johnson annuncia la cessazione dell’operazione “Rolling Thunder”. Inoltre dopo l’offensiva del Tet annuncia che non si ricandiderà alle elezioni di novembre. Il 4 aprile iniziano i primi colloqui di pace a Parigi tra una delegazione Usa e una del Vietnam del Nord. In novembre Richard Nixon viene eletto presidente degli Stati Uniti. In dicembre Henry Kissinger diventa consigliere per la sicurezza nazionale. Alla fine dell’anno le truppe Usa in Vietnam raggiungono la quota di 540mila unità.

1969: In marzo il presidente Nixon autorizza in segreto il bombardamento della Cambogia dove ci sono santuari dei vietcong. L’8 giugno il presidente Nixon annuncia il primo ritiro di 25mila soldati americani. Inizia lentamente la “vietnamizzazione” del conflitto, ovvero i soldati del Vietnam del Sud saranno sempre più in maggioranza dei combattimenti contro i comunisti. Il 16 novembre la stampa Usa rivela il massacro di Mylai avvenuto nel 1968 quando militari americani agli ordini del tenente Calley uccisero deliberatamente civili nordvietnamiti tra cui donne e bambini. In dicembre il numero dei soldati Usa scende a quota 480mila unità.

1970: Il 20 febbraio Kissinger intraprende colloqui segreti a Parigi con Le Duc Tho. Il 30 aprile Nixon annuncia che le truppe Usa hanno attaccato le basi comuniste in Cambogia. Il 7 ottobre la Casa Bianca propone il totale cessate il fuoco ma ripete la formula della ritirata reciproca. Il 12 novembre il tenente William Caley viene sottoposto a processo a Forte Benning in Georgia, per le sue responsabilità nel massacro di Mylai del 1968. Alla fine dell’anno il numero di soldati americani in Vietnam, scende a 280mila unità.

1971: In febbraio le forze sudvietnamite iniziano incursioni in Laos contro il “sentieri di Ho Chi Mnh. Il 29 marzo il tenente Calley viene dichiarato colpevole dell’assassinio premeditato di civili nel villaggio di Mylai. Il 3 ottobre Thieu viene rieletto presidente del Vietnam del Sud. In dicembre la forza militare american in Vietnam scende a 140mila unità.

1972: il 25 gennaio Nixon rivela i negoziati segreti di Kissinger con i Nordvietnamiti. Il 30 marzo le truppe del Vietnam del Nord lanciano un’offensiva nella zona smilitarizzata. Il 15 aprile Nixon autorizza bombardamenti massicci nell’area circostante Hanoi e Haiphong. L’8 maggio Nixon annuncia la posa di mine nel porto di Haiphong e l’intensificazione del bombardamento americano sul Vietnam del Nord a seguito dell’offensiva comunista di Pasqua. In ottobre il segretario di Stato Henry Kissinger dichiara che in Vietnam la “pace è a portata di mano”. Il 7 novembre Richard Nixon viene rieletto presidente degli Stati Uniti. Il 18 dicembre Nixon ordina nuovi pesanti bombardamenti. I comunisti accettano la ripresa dei colloqui di pace.

1973: L’8 gennaio Kissinger e Le Duc Tho riprendono i colloqui a Parigi. Il 23 dello stesso mese si conclude un accordo iniziate di pace tra Stati Uniti e Vietnam del Nord. Il 27 gennaio vengono ufficialmente siglati a Parigi gli accordi per il cessate il fuoco. Il segretario alla Difesa Melvin Laird annuncia che la coscrizione obbligatoria è terminata negli Stati Uniti. Il 16 luglio gli Usa cessano i raid aerei in Cambogia. Il 7 novembre il Congresso neutralizza il veto di Nixon sulla legge che limita i poteri di guerra del presidente. Il 10 ottobre il vice presidente Spiro Agnew si dimette, al suo posto Gerald Ford.

1974: In gennaio il presidente del Vietnam del Sud dichiara che la guerra è ricominciata. Si aggrava per il presidente Nixon lo scandalo Watergate. Il 9 maggio la commissione giustizia della Camera apre le udienze per l’incriminazione di Nixon. Il 24 luglio la Corte Suprema decreta che Nixon deve rimettere nella mandi di Leon Jaworski, le registrazioni della Casa Bianca. Il 30 luglio la commissione giustizia si esprime sull’imputazione di Nixon sulla base di tre capi d’accusa. Il 9 agosto agosto il presidente Richard Nixon si dimette, sostituito da Gerald Ford. In settembre il Vietnam del Nord riprende l’offensiva militare con il Sud.

1975: Il 6 gennaio i comunisti si impadroniscono della provincia di Phuoc Long, a nord di Saigon. L’11 marzo vietnamiti del nord e vietcong conquistano Banmethuot. Il 25 marzo le forze del nord occupano Huè e cinque giorni dopo è la volta di Da Nang, un tempo sede di una grande base militare americana. Il 7 aprile inizia l’offensiva finale dei comunisti per la conquista di Saigon. Il 17 aprile i Khmer rossi conquistano Phnompenh, capitale della Cambogia. Il 21 aprile cade Xuan Loc, ultima difesa prima di Saigon. Il 25 aprile il presidente del Vietnam del Sud abbandona la capitale e si rifugia a Taiwan. Il 30 aprile le truppe comuniste entrano a Saigon. Le ultime persone dell’ambasciata americana lasciano frettolosamente in elicottero la capitale del Vietnam del Sud che si accetta la resa e la riunificazione con il nord.

LE PERDITE MILITARI DELLA GUERRA DEL VIETNAM

VIETNAM DEL NORD E VIETCONG: circa 1.100.000

VIETNAM DEL SUD: 266.000

STATI UNITI: 58.272

VITTIME CIVILI:

VIETNAM: circa 2.000.000

CAMBOGIA: 700.000

LAOS: 50.000