A Cannes 77 un solo film italiano selezionato da Thierry Fremaux quest’anno tra i 22 per il Palmares, in una giuria presieduta dalla regista del fenomeno Barbie Greta Gerwig e con Pierfrancesco Favino, tra i nostri attori più internazionali. “Parthenope” di Paolo Sorrentino guida così la squadra italiana al Festival. Il regista in concorso per la Palma d’oro e con un cast mirabile salirà la sera del 21 maggio la Montée des Marches con Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri, Silvio Orlando, Isabella Ferrari, Gary Oldman e il giovane cast con la protagonista Celeste Dalla Porta, Dario Aita, Daniele Rienzo. C’è grande attesa a Cannes 77 per la “Parthenope” del premio Oscar Sorrentino (una co-produzione Italia-Francia, con i diritti americani appena presi dalla società mida A24). È la storia di una giovane bellissima, sfrontata, infelice, antropologa della vita che vuole provare tutto, simbolo femminile, trasfigurazione di Napoli in cui ogni cosa, l’alto e il basso, da sempre si mescolano e convivono. A Valeria Golino, una pupilla di Cannes (come è ormai anche Favino) l’onore il 22 maggio del Rendez Vous, la masterclass nel programma ufficiale (in cui sono presenti anche Meryl Streep e George Lucas) e l’anteprima mondiale di un episodio della serie che ha diretto, “L’arte della gioia”, con il talento ventenne Tecla Insolia protagonista delle sei parti, dal romanzo omonimo di Goliarda Sapienza, anche qui storia al femminile di un’avida di vita pronta a rubare tutto. In concorso poi a Un Certain Regard, che accoglie le opere più sperimentali e di ricerca, “I dannati” di Roberto Minervini che prova ad applicare il suo cinema documentario, in cui si ritrova l’umanità nel tutto, persone, natura, animali a un primo film di finzione, ambientato durante la guerra di Secessione, un momento storico – ha spiegato il regista di “Louisiana” e “Che fare quando il mondo è in fiamme?” – in cui si trovano le radici dell’America di questi anni, la divisione tra Nord e Sud, la statalizzazione del cristianesimo e un prototipo di mascolinità tossica. Sarà in sala con Lucky Red dal 16 maggio in contemporanea con il Festival. La squadra italiana ha un nume tutelare senza pari, un grande vecchio come Marco Bellocchio, 84 anni, il cui “Sbatti il mostro in prima pagina” con Gian Maria Volonté, restaurato dalla Cineteca di Bologna per Cannes Classics, è datato 1972 ma ancora attuale, o meglio drammaticamente classico. Per completezza, alla Semaine c’è Asia Argento nel cast del francese “Les reines du drame” (Queens of Drama) di Alexis Langlois e Rolando Ravello in “Rumors” di Guy Maddin con Cate Blanchett nel Fuori Concorso. La selezione di Cannes certifica anche un’altra importante declinazione del sistema audiovisivo: la produzione o coproduzione. Sempre più i produttori italiani, indipendenti o legati a grandi major, colgono opportunità anche all’estero o si fanno promotori di progetti che per chiudersi hanno bisogno di tante voci. È il caso di “The Falling Sky” alla Quinzaine sul popolo dell’Amazzonia con la regia dei brasiliani Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha, e prodotto da Brasile e Italia. Ed è il caso importante di “Limonov”, il nuovo film del dissidente russo in esilio Kirill Serebrennikov, ispirato al bestseller di Emmanuel Carrère, con Ben Whishaw nei panni di Limonov e Viktoria Miroshnichenko in quelli di sua moglie Elena. L’Italia è in “Marcello Mio” in concorso, coproduzione Bibi Film e Lucky Red con Rai Cinema che nell’anno del centenario della nascita del grande Marcello Mastroianni è un omaggio anche della figlia Chiara, protagonista del film insieme alla madre Catherine Deneuve. Con loro Fabrice Luchini, Melvil Poupaud, Benjamin Biolay, Nicole Garcia e Stefania Sandrelli, che interpretano versioni in parte reali e in parte romanzate di se stessi.