di Alessandro Ceccarelli
Sono passati quarant’anni dall’uscita di Guerre Stellari (maggio 1977) ma il mito e l’enorme successo non si è minimamente affievolito. In Star Wars il regista californiano ha profuso tutto se stesso e il suo modo di intendere il cinema, lo spettacolo, la riflessione e l’intrattenimento. I primi sei episodi di questa “epopea cosmica” hanno incassato nel mondo la sbalorditiva cifra di oltre 4 miliardi di dollari, segno di un successo senza precedenti nella storia del cinema. Per meglio comprendere il mito di Guerre stellari occorre occuparsi del suo creatore, quel George Lucas, ex ragazzo ribelle della ricca California degli anni ’60.
Lucas nasce a Modesto nel 1944, una piccola località tra Sacramento e San Francisco, popolata principalmente dell’operosa media borghesia americana. Il padre era proprietario di un emporio, la madre si occupava delle faccende domestiche. Sin da adolescente George aveva due passioni: i motori e il cinema. Dopo un incidente automobilistico decide di iscriversi all’Università Southern California di Los Angeles. La sua attività di scrittura di cortometraggi è frenetica come il suo entusiasmo per la regia. Stringe amicizia con Francis Ford Coppola e, dopo aver conseguito la laurea, fondano la compagnia cinematografica American Zoetrope, una sorta di sfida allo studios system che allora imperava a Hollywood.
Il giovane Lucas debutta alla regia nel 1970 con “L’uomo che fuggì dal futuro” (THX1138) un film complesso, onirico che purtroppo è un insuccesso al botteghino. “American Graffiti“, la pellicola successiva uscita nel 1973 è invece un inaspettato trionfo al botteghino grazie alla struggente rappresentazione della gioventù americana spensierata dei primi anni ’60 (proprio quella di Lucas). Con gli incassi di questo film il regista di Modesto può mettere in cantiere il suo sogno, una saga epica caratterizzata dalle influenze culturali e mitologiche a lui care: dai cavalieri di Re Artù al cinema di Kurosawa e Ford, dai personaggi dei tre moschettieri alla figura del dottor Faustus sino alla tradizione del western. “Guerre stellari” esce nel maggio del 1977 con un successo planetario inaspettato e si aggiudica ben sette premi Oscar.
Il film è anche dal punto di vista degli effetti speciali una vera rivoluzione per il genere fantascientifico: le astronavi sono realizzate con una cura incredibile, le battaglie nello spazio sono passate alla storia del cinema. Nel 1980 esce “L’impero colpisce ancora” e nel 1983 “Il ritorno dello Jedi”, anche loro caratterizzati da un grande consenso di pubblico e dall’estrema perfezione degli effetti speciali. Dopo una lunga pausa, George Lucas mette in cantiere la seconda trilogia, che ha lo scopo di raccontare le origini dei personaggi della popolarissima saga. Nel 1999 esce “La minaccia fantasma”, nel 2002 “L’attacco dei Cloni” e nel 2005 “La vendetta dei Sith”. Se in questi film la perfezione visiva e la cura degli effetti speciali sono stupefacenti (grazie al massiccio uso della computer grafica), non sono all’altezza sia gran parte degli attori che il plot narrativo. In lunghi tratti i tre film risultano noiosi e prolissi. Il successo del pubblico non manca grazie soprattutto all’amore e alla passione delle nuove generazioni “affamate” di fantasia, evasione e avventura. Vedremo se nella terza trilogia, l’ormai “anziano George” Lucas saprà catturare i favori degli adolescenti del XXI secolo.