Norman Jewison, acclamato regista d’origine canadese, è morto all’età di 97 anni. La notizia è stata comunicata dal pubblicista Jeff Sanderson a CBC News. Nato a Toronto, più volte candidato all’Oscar, Norman Jewison è stato tra i registi più versatili di Hollywood. Non aveva neppure trent’anni quando arrivò a Londra, deciso ad apprendere il mestiere di autore televisivo. Lavorò alla Bbc per due anni, tornò in Canada approdando alla Cbc, e si spostò poi a New York per dirigere spettacoli musicali. Debuttò a Hollywood nel 1962 col film 20 chili di guai… e una tonnellata di gioia e, negli anni a venire, non mancò di suscitare polemiche in tema di religione e diritti civili. Scriveva nella sua autobiografia: “Ho sempre cercato di mostrare l’umanità come fallibile, sensibile, confusa, fuorviata ma redimibile, piuttosto che insensata e implacabilmente violenta”. I suoi film, spesso discussi, non erano semplici. Neanche quando facevano ridere, o parlavano d’azione. Erano sempre un invito a riflettere, e qualcosa in cui la gente si potesse riconoscere. Jewison ha diretto e prodotto oltre 40 film e programmi televisivi nel corso della sua carriera, inclusa la versione originale di Gioco a due (The Thomas Crown Affair), Cincinnati Kid, …e giustizia per tutti, Storia di un soldato, Stregata dalla luna e Hurricane – Il grido dell’innocenza. Inoltre, ha co-scritto la sceneggiatura di Jesus Christ Superstar. Successi straordinari, che non gli fecero mai perdere la voglia di innovare. Né di aiutare chi, del mestiere da regista, era agli inizi. “Non importa quanti premi vincesse, o quanta attenzione ricevesse, o quanto successo avessero i suoi film: era sempre lì per sostenere gli altri”, ha detto il regista Atom Egoyan al conduttore di Canada Tonight Travis Dhanraj. Tuttavia, una cosa che più di tutte aveva a cuore, era il tema dell’ingiustizia razziale. Una condizione che vide coi suoi occhi quando, viaggiando attraverso gli Stati Uniti meridionali dopo aver lasciato l’esercito canadese, fu testimone della segregazione. “Non riuscivo a capire perché un Paese chiedesse ai giovani neri di andare a combattere e a morire per l’America mentre, quando tornavano a casa, dovevano sedersi sul retro dell’autobus”, disse nel 2010. Quel viaggio ispirò uno dei suoi film più famosi, La notte calda notte dell’ispettore Tibbs, su due agenti di polizia che cercano di risolvere un omicidio mentre affrontano i loro pregiudizi personali. La pellicola ha ricevuto cinque Oscar, tra cui quello per il Miglior film, e fu seguita da un altro grande successo, Il violinista sul tetto, che la critica cinematografica Pauline Kael definì: “Il musical più potente mai realizzato”. Fondatore del Canadian Film Centre (CFC), Norman Jewison ci lascia un’immensa eredità. La lascia ai registi delle nuove generazioni, e all’umanità intera.