Cinema: “1917”, poema visivo sull’orrore della guerra

La Grande Guerra comincia come guerra di movimento ma finisce per diventare una guerra di posizione. Diversamente dalla Seconda Guerra Mondiale, con i suoi fronti mobili e i suoi teatri d’operazioni sparsi su tutto il pianeta, che offrono al cinema materia prima per lo spettacolo, il primo conflitto mondiale è una guerra di attesa, di impotenza degli uomini a superare le barriere difensive scavate dal nemico.

“1917” di Sam Mendes con George MacKay, Mark Strong, Dean Chapman e Colin Firth.

Dal talentuoso regista britannico di “American Beauty”, “Era mio padre” e “Revolutionary road”, un grande affresco epico sulla carneficina umana del primo conflitto mondiale. La trama ricorda in parte quella de “Gli anni spezzati” di Peter Weir: i protagonisti sono due militari britannici che devono raggiungere il Battaglione Devonshire per comunicare di sospendere l’attacco che potrebbe trasformarsi in un inutile massacro. Girato con straordinari piani-sequenza e sorretto da una suggestiva fotografia di Roger Deakins, “1917” ci ricorda ancora una volta la potenza visiva e visionaria del grande cinema. Vincitore di 3 Premi Oscar per la fotografia, effetti speciali e sonoro.

Per il film, Sam Mendes si è ispirato ai racconti di guerra di suo nonno Alfred Hubert Mendes, che aveva combattuto per due anni sul fronte francese servendo nella 1st Rifle Brigade. Per la stesura della sceneggiatura ha collaborato con la sceneggiatrice scozzese Krysty Wilson-Cairns, secondo cui la sfida posta dal film è stata quella di creare una storia che, pur svolgendosi in tempo reale, nella sua durata avesse un inizio, uno svolgimento e una fine e non si spostasse mai dai protagonisti, senza mettere troppo alla prova la sospensione dell’incredulità del pubblico.

Le riprese del film sono cominciate nell’aprile del 2019 e si sono tenute nel Regno Unito, specificamente nel Wiltshire, a Govan, nella riserva naturale di Hankley Common e agli Shepperton Studios. Il film è stato girato da Mendes e il direttore della fotografia Roger Deakins in diversi piani sequenza, e poi montato per apparire come un unico piano sequenza ininterrotto dall’inizio alla fine. Il regista ha provato per sei mesi assieme al cast e alla troupe prima delle riprese. Il budget del film è stato di circa 90 milioni di dollari.