Dal 12 febbraio la scuola primaria di Milano è senza il Dirigente Scolastico
di Alessandro Ceccarelli
Incredibile ma vero: possibile che una scuola elementare della ‘capitale morale’ del nostro Paese possa non usufruire della fondamentale figura del Dirigente scolastico? Incredibile ma è così. La scuola in questione è la “Vallarsa” (del plesso scolastico Marcello Candia che si trova al civico 19 dell’omonima via dello storico Cantone San Luigi, a due passi dallo scalo ferroviario Porta Romana e dalla metro gialla Lodi).
Dallo scorso 12 febbraio L’USR (Ufficio Regionale Scolastico) ha nominato come Dirigente Scolastico la professoressa D’Alfonso al posto della collega Di Gennaro. La D’Alfonso, udite, udite non ‘sembra avere’ accettato l’incarico e secondo le ultime informazioni non vuole proprio saperne di tale nomina. L’imbarazzante impasse dura ormai da quasi due mesi. La rabbia dei Comitati Genitori dei tre plessi (Vallarsa, Polesine e Mincio) sta salendo a livelli di guardia.
La grave mancanza di una figura così importante a livello decisionale sta provocando grossi danni per l’istituto scolastico e per gli allievi che lo frequentano. Le criticità più evidenti sono che almeno sei docenti delle tre scuole sono assenti per malattia e maternità. L’aspetto più allarmante è che non possono essere sostituiti da supplenti per l’impossibilità di stipulare nuovi contratti. Questo deficit di presenze ha provocato il continuo smembramento delle classi con significativi ritardi nei programmi didattici. Sono stati cancellati o rimpiazzati alcuni progetti di didattica integrativa a cui i genitori avevano già aderito perché non è possibile completare gli acquisti e le firme dei contratti con gli operatori, necessari per portarli avanti.
Alcune classi hanno dovuto annullare la gita scolastica per l’impossibilità di prenotare i pullmann. Altre emergenze riguardano visibili carenze per i servizi di sorveglianza, sicurezza e pulizie dei tre istituti. Tali servizi nonsono garantiti o lo sono in modo approssimativo, perché almeno quattro commessi hanno già lasciato la scuola per accettare incarichi in altri istituti con maggiori certezze e non possono essere rimpiazzati.
Infine ci sono da segnalare importanti danni economici per l’impossibilità di rendicontare le spese dei bandi e un’allarmante paralisi decisionale a livello burocratico come l’accesso ai certificati. Il disappunto dei genitori è ben rappresentato da un loro stesso comunicato: “I tre Comitati Genitori desiderano esprimere tutta la loro rabbia per questa situazione che l’USR ha creato, a questo punto dell’anno scolastico, mettendo la nostra scuola in grave difficoltà nel silenzio e dell’indifferenza generale. Negli ultimi anni abbiamo sempre cercato di collaborare per il buon funzionamento della scuola, pur tra mille difficoltà, tagli ai finanziamenti e all’organico, facendo appello sempre al buon senso, alla pazienza e alla ragionevolezza ma con l’ostinazione dei genitori uniti da uno scopo comune: la formazione dei nostri figli in un ambito formativo adeguato alle sfide del nostro tempo”.
Questa assurda situazione è giunta anche alle ‘orecchie’ del principale sindacato italiano. La Flc Cgil di Milano ha espresso infatti viva preoccupazione per i tre plessi scolastici della città. In un comunicato dello scorso 28 marzo il sindacato ha annunciato la proclamazione dello stato di agitazione e verranno coinvolti docenti e personale ATA, per mettere in atto ogni iniziativa, compreso lo sciopero affinché sia trovata in tempi brevi una via d’uscita, garantendo il ritorno alla normalità, alla ripresa dell’ ordinaria attività didattica e amministrativa, nel rispetto dei diritti di tutti, di chi lavora e di chi studia.