Musica: “Brilliant trees”, folgorante debutto solista di David Sylvian

La copertina del primo album solista di David Sylvian

Nel 1984 esce il primo album solista dell’eclettico compositore e musicista inglese David Sylvian

di Alessandro Ceccarelli

David Sylvian è da quasi quarant’anni un elegante e sofisticato compositore che non si è mai piegato alle ferree regole del mercato discografico. I suoi dischi non hanno mai dominato le classifiche internazionali ma la qualità artistica della musica è stata sempre elevata, colta e votata alla continua ricerca di nuove sonorità e nuovi territori da esplorare.

Un romantico dandy inglese

Nel variegato universo della new wave che s’impose tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo sulle ceneri del punk, ci sono stati alcuni musicisti che si sono fatti notare per originalità ed eclettismo. Tra questi possiamo citare i Talking Heads, i Police, Joe Jackson, gli Ultravox e David Sylvian, sicuramente una delle figure più creative e innovative della musica inglese degli ultimi 35 anni.

Nato nei pressi di Londra il 23 febbraio del 1958, sin da adolescente è attratto dalla cultura orientale e in special modo quella giapponese. Quando muove i primi passi nel mondo della musica la sua immagine è molto curata e sofisticata, vicina a quella dei Duran Duran e dei Spandau Ballett. Stiamo parlando di quella tendenza del pop inglese che venne definita dalla critica specializzata come “New Romantic”. Nel 1978 il ventenne Sylvian fondò il gruppo “Japan” con il bassista Mick Karn, il tastierista Richard Barbieri e il batterista Steve Jensen. Il cantante puntualizzò immediatamente la sua distanza dal fenomeno New Romantic affermando: “Non mi piace essere associato a loro, i nostri atteggiamenti e la nostra musica è molto diversa”. Con il gruppo Sylvian pubblicò sei album di discreto successo sino al dicembre del 1982. All’epoca i principali punti di riferimento del biondo cantante erano David Bowie e i Roxy Music di Brian Ferry. I Japan nei cinque anni di attività si distinsero per una musica più ricercata e raffinata rispetto al resto dei nuovi gruppi inglesi dell’epoca come i già citati Spandau Ballet e Duran Duran. Nel momento in cui i Japan stavano crescendo come popolarità, Sylvian decise che era arrivato il momento di mettersi in proprio. Voleva sperimentare nuovi orizzonti musicali più coraggiosi, era convinto della necessità di ampliare i propri spazi compositivi con musicisti di altre estrazioni e linguaggi. Su questi presupposti nacque il suo primo album solista, “Brilliant Trees”, uno dei migliori dischi degli anni ’80.

 “Brilliant Trees”, un capolavoro di creatività e sperimentazione

David Sylvian quando iniziò le registrazioni dell’album aveva 25 anni, ma era già un compositore maturo, con una profonda visione e concezione della musica. Già con i Japan aveva iniziato la sua ricerca sonora, ora era arrivato il momento di andare più avanti, di rischiare di più. Fondamentale per la realizzazione di “Brilliant Trees” fu senza dubbio la presenza in studio di Ryuchi Sakamoto, uno dei più grandi compositori di musica contemporanea. Oltre a lui Sylvian chiamò una serie di musicisti di altissimo livello, tutti provenienti dal jazz e dall’avanguardia elettronica, come Kenny Wheeler al Flugelhorn, Jon Hassell alla tromba, Holger Czukay al corno francese, chitarra e apparecchiature elettroniche, Steve Nye ai sintetizzatori, Phil Palmer alle chitarre, Danny Thompson al contrabbasso e Mark Isham alla tromba. Alle incisioni presero parte anche gli amici dei Japan, Steve Jansen e Richard Barbieri. Nel disco David Sylvian suona la chitarra, il pianoforte, i sintetizzatori e le percussioni.

Con un gruppo così variegato di eccellenti musicisti, David Sylvian compose sette brani tra il 1983 e l’inizio del 1984 in due studi di registrazione a Berlino e a Londra. I confini musicali di “Brilliant Trees” sono molto ampi. Il cantante, consapevole delle enormi qualità artistiche dei musicisti, lasciò molta libertà negli interventi solisti e soprattutto negli arrangiamenti. Sylvian si concentrò sulla produzione e nella qualità del suono dell’album. Anche nel brano più ‘fruibile’ come “Red Guitar”, quello più vicino alla forma canzone, ci sono pregevoli e raffinati interventi di pianoforte e tromba che rendono la composizione originale. Il brano che da il titolo all’album è forse il più momento più vicino alla concezione della musica che Sylvian aveva all’epoca. Una melodia struggente e drammatica con la baritonale voce di Sylvian che ricorda quella del suo ‘maestro’ David Bowie. Le altre composizioni spaziano tra l’avanguardia elettronica, echi di suoni orientali, improvvisazioni jazzistiche e momenti di musica classica contemporanea. Suoni e composizioni all’apparenza così distanti si fondono perfettamente grazie agli arrangiamenti di una perfezione assoluta e soprattutto alla grande creatività di ogni singolo musicista. “Brilliant trees”, nonostante la complessità delle composizioni ebbe un notevole e inaspettato successo di vendite, Arrivando al quarto posto in Gran Bretagna, mentre il singolo “Red Guitar” si attestò al 17° posto.

David Sylvian in una foto di Yuka Fujii nel 1984

 

“Brilliant Trees”, gioiello di un dandy

Nel 1984 esce il primo album solista dell’eclettico David Sylvian

di Alessandro Ceccarelli

David Sylvian è un musicista inglese attivo da quasi quarant’anni che ha sperimentato sempre con eleganza e originalità i più disparati linguaggi musicali. La sua voce struggente e solenne al tempo stesso, il suo look sofisticato e ricercato, le sue composizioni migliori sono caratterizzate da suoni puliti, cristallini che hanno di lui uno degli esponenti più significativi della musica contemporanea.

Un romantico dandy inglese

Nel variegato universo della new wave che s’impose tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo sulle ceneri del punk, ci sono stati alcuni musicisti che si sono fatti notare per originalità ed eclettismo. Tra questi possiamo citare i Talking Heads, i Police, Joe Jackson, gli Ultravox e David Sylvian, sicuramente una delle figure più creative e innovative della musica inglese degli ultimi 35 anni.

Nato nei pressi di Londra nel 1958, sin da adolescente è attratto dalla cultura orientale e in special modo quella giapponese. Quando muove i primi passi nel mondo della musica la sua immagine è molto curata e sofisticata, vicina a quella dei Duran Duran e dei Spandau Ballett. Ovvero quella tendenza del pop inglese che venne definita dalla critica specializzata come “New Romatic”. Nel 1978 il ventenne Sylvian fondò il gruppo “Japan” con il bassista Mick Karn, il tastierista Richard Barbieri e il batterista Steve Jensen. Il cantante puntualizzò immediatamente la sua distanza dal fenomeno New Romantic affermando: “Non mi piace essere associato a loro, i nostri atteggiamenti e la nostra musica è molto diversa”. Con il gruppo Sylvian pubblicò sei album di discreto successo sino al dicembre del 1982. All’epoca i principali punti di riferimento del biondo cantante erano David Bowie e i Roxy Music di Brian Ferry. I Japan nei cinque anni di attività si distinsero per una musica più ricercata e raffinata rispetto al resto dei nuovi gruppi inglesi dell’epoca come i già citati Spandau Ballet e Duran Duran. Nel momento in cui i Japan stavano crescendo come popolarità, Sylvian decise che era arrivato il momento di mettersi in proprio. Voleva sperimentare nuovi orizzonti musicali più coraggiosi, era convinto della necessità di ampliare i propri spazi compositivi con musicisti di altre estrazioni e linguaggi. Su questi presupposti nacque il suo primo album solista, “Brilliant Trees”, uno dei migliori dischi degli anni ’80.

 

“Brilliant Trees”, un capolavoro di creatività e sperimentazione

David Sylvian quando iniziò le registrazioni dell’album aveva 25 anni, ma era già un compositore maturo, con una profonda visione e concezione della musica. Già con i Japan aveva iniziato la sua ricerca sonora, ora era arrivato il momento di andare più avanti, di rischiare di più. Fondamentale per la realizzazione di “Brilliant Trees” fu senza dubbio la presenza in studio di Ryuchi Sakamoto, uno dei più grandi compositori di musica contemporanea. Oltre a lui Sylvian chiamò una serie di musicisti di altissimo livello, tutti provenienti dal jazz e dall’avanguardia elettronica, come Kenny Wheeler al Flugelhorn, Jon Hassell alla tromba, Holger Czukay al corno francese, chitarra e apparecchiature elettroniche, Steve Nye ai sintetizzatori, Phil Palmer alle chitarre, Danny Thompson al contrabbasso e Mark Isham alla tromba. Alle incisioni presero parte anche gli amici dei Japan, Steve Jansen e Richard Barbieri. Nel disco David Sylvian suona la chitarra, il pianoforte, i sintetizzatori e le percussioni.

Con un gruppo così variegato di eccellenti musicisti, David Sylvian compose sette brani tra il 1983 e l’inizio del 1984 in due studi di registrazione a Berlino e a Londra. I confini musicali di “Brilliant Trees” sono molto ampi. Il cantante, consapevole delle enormi qualità artistiche dei musicisti, lasciò molta libertà negli interventi solisti e soprattutto negli arrangiamenti. Sylvian si concentrò sulla produzione e nella qualità del suono dell’album. Anche nel brano più ‘fruibile’ come “Red Guitar”, quello più vicino alla forma canzone, ci sono pregevoli e raffinati interventi di pianoforte e tromba che rendono la composizione originale. Il brano che da il titolo all’album è forse il più momento più vicino alla concezione della musica che Sylvian aveva all’epoca. Una melodia struggente e drammatica con la baritonale voce di Sylvian che ricorda quella del suo ‘maestro’ David Bowie. Le altre composizioni spaziano tra l’avanguardia elettronica, echi di suoni orientali, improvvisazioni jazzistiche e momenti di musica classica contemporanea. Suoni e composizioni all’apparenza così distanti si fondono perfettamente grazie agli arrangiamenti di una perfezione assoluta e soprattutto alla grande creatività di ogni singolo musicista. “Brilliant trees”, nonostante la complessità delle composizioni ebbe un notevole e inaspettato successo di vendite, Arrivando al quarto posto in Gran Bretagna, mentre il singolo “Red Guitar” si attestò al 17° posto.

Ecco il testo del brano “Brilliant Trees”:

“Quando ti avvicini a me
M’interrogo una volta di più
Questa stretta alla vita è ancora la mia?
Quando ogni passo che compio
Mi conduce così lontano
Ogni pensiero dovrebbe portarmi più vicino a casa

(Ritornello)
E tu sei là
Tu rendi possibile la mia esistenza
Levo le mie mani al cielo
Ma solo tu potresti davvero sapere

Tutto il mio mondo, eccolo di fronte
Con lo sguardo nei tuoi occhi
Con lo sguardo nei tuoi occhi
Tutta la mia vita mi si allunga davanti
Si estende come un fiore
Riconduce la mia esistenza alla terra

Ogni progetto che ho carezzato
S’è smarrito nell’ordine delle cose
Entro ogni lezione si cela il prezzo per apprendere
Una ragione per credere
Si allontana da me
Ogni speranza che nutro giace tra le mie braccia”

 

RIFLESSIONI DI DAVID SYLVIAN

“Ryuichi ha un merito che gli riconoscerò sempre, ovvero quello di essere entrato nei momenti chiavi della mia vita artistica. Quando all’epoca dei Japan la mia creatività conobbe momenti di stallo, mi convinse a registrare insieme il brano Bamboo Houses, e quando mi sottopose la musica per la colonna sonora di ‘Furyo’, invitandomi a comporre il testo di una canzone, il risultato fu l’estrema naturalezza di ‘Forbidden Colours’. Infine, fu lui a esorcizzare l’ansia del mio debutto solista incoraggiandomi a realizzare il mio primo album”.
“Pensando all’alveare mi ricollegai all’antica rappresentanza della famiglia ideale e a una scala di valori connessi alla spiritualità. Con le canzoni di “Secrets Of The Behive” esprimevo il bisogno di appartenere, di essere accettato, e al tempo stesso manifestavo il senso dell’isolamento”.

 

DISCOGRAFIA

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