“Buona parte del giornalismo rock è composto da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere” (Frank Zappa)
di Alessandro Ceccarelli
Proprio in queste afose giornate di luglio di mezzo secolo fa il chitarrista e compositore statunitense Frank Zappa (1940-1993) registrava uno dei suoi album più amati e rappresentativi del modo di concepire la musica. Per l’artista nativo di Baltimora non esistevano le barriere. In “Hot Rats” si possono ascoltare i diversi linguaggi del rock’n’roll, del blues, del jazz e dell’avanguardia sperimentale del Novecento, fusi con grande maestria e originalità. A distanza di cinquant’anni questo album rimane godibile e soprattutto non appare invecchiato. E’ sicuramente uno dei dieci dischi più importanti e significativi dello scorso secolo e che con il passare del tempo accresce progressivamente per creatività, originalità e coraggio nell’esplorare nuovi orizzonti linguistici e musicali.
Parlare di un compositore e un musicista così complesso ed eclettico come Frank Zappa è assai arduo. Nel panorama musicale degli ultimi cinquant’anni, il chitarrista di Baltimora occupa un posto di assoluto rilievo per creatività, originalità, provocazione e sberleffo. Zappa è stato uno dei più lucidi e geniali fustigatori della società americana: criticò ferocemente la politica di quasi tutti i presidenti dagli anni ’50 in poi. La sua musica, quasi sempre ipertecnica, virtuosa e fuori da ogni canone commerciale era la rappresentazione della sua visione anarchica della vita e dell’esistenza. Nonostante la sua totale avversione al sistema e all’industria discografica, è riuscito a produrre una quantità smisurata di dischi nel corso della sua carriera. Dal 1966 al 1993, anno della sua morte, ha composto ben 62 album, che arrivano a 99 con i dischi postumi più 13 compilation. Pur essendo un musicista autodidatta, Frank Zappa, ha sviluppato una tecnica chitarristica eccellente e soprattutto una profonda conoscenza di ogni tipo di musica: dal rock, al blues, al jazz, alla fusion sino all’avanguardia più complessa. I suoi punti di riferimento erano Igor Stravinskij ed Edgar Varese. Era un musicista estremamente perfezionista che scriveva personalmente tutte le complesse partiture per ogni musicista della sua orchestra. Nel corso della sua carriera hanno suonato con lui virtuosi come il violinista Jean Luc Ponty, straordinari batteristi come Terry Bozzio e Vinnie Colaiuta, eccellenti tastieristi come Eddie Jobson, Ian Underwood e George Duke, bassisti come Patrick O’Hearn e chitarristi come Steve Vai e Adrian Belew. Frank Zappa eccelleva anche come produttore e ingegnere del suono; il tutto sempre con l’abilità creativa di un artigiano. Dopo aver debuttato nel 1966 con “Freak out!” il decennio si chiuse con un vero e proprio capolavoro musicale: “Hot Rats”.
“Hot Rats”, un capolavoro sonoro