Cinema, il regista Steven Spielberg spegne 74 candeline: una vita per la fantasia e l’impegno

Steven Allan Spielberg, nato a Cincinnati il 18 dicembre 1946, festeggia 74 anni vissuti alla velocità della luce tra 57 film realizzati, 179 produzioni, una quarantina di progetti abbandonati (o ceduti ad altri) che avrebbero fatto la fortuna di chiunque altro tra un “Harry Potter” e un “Poltergeist”, “Il giovane Holden” e “Interstellar”. La sua storia d’amore con il cinema è scandita da numerosi record: a 22 anni esordisce col primo “corto” professionale (“Amblin”), che gli frutta un contratto di 7 anni con la Universal. Due anni dopo dirige l’episodio pilota della serie “Il tenente Colombo” e strappa i finanziamenti per il suo primo film, “Duel”. Dopo “Sugarland Express” invitato a Cannes nel ’74, porta al successo planetario “Lo squalo” nel 1975 con 470 milioni di dollari di incasso e tre Oscar vinti. Due anni dopo, nel 1977, riscrive il modello della Science-Fiction con “Incontri ravvicinati del terzo tipo” con il suo attore-feticcio Richard Dreyfuss e uno dei suoi autori prediletti, François Truffaut. All’inizio degli anni ’80 batte altri due record: corona il suo sogno da autore con il trionfo di “E.T – l’extraterrestre” che lo colloca nella storia del cinema e dirige per l’amico Lucas (produttore) il primo episodio della saga di “Indiana Jones”. Dopo “I predatori dell’arca perduta” firmerà altri tre episodi. Nel 1985 mostra per la prima volta il suo volto più impegnato con “Il colore viola” sui temi della schiavitù in America. Il filone dell’impegno civile ci regalerà opere come “Amistad”, “Lincoln”, “Il ponte delle spie”(scritto dai fratelli Cohen), “The Post”, ma soprattutto un capolavoro assoluto come “Schindler’s List” del 1993 con cui vince due premi dell’Academy per il miglior film e la migliore regia. Ma nello stesso anno conferma la sua vocazione di regista da blockbuster con una storia di dinosauri ideata da Michael Crichton: “Jurassic Park” sarà il suo più grande successo commerciale. Si arriva al 1998 con “Salvate il soldato Ryan” con cui vince un altro Oscar (4 in tutto, fino ad oggi). La pandemia ha frenato l’uscita in sala del suo nuovo lavoro da regista e produttore: un ambizioso remake di un classico del musical come “West Side Story”.