Musica: “Heavy Weather”, il trionfo dei Weather Report

La copertina di “Heavy Weather”, album pubblicato nel 1977

 

di Alessandro Ceccarelli

Quarant’anni fa fu pubblicato uno degli album più apprezzati venduti della storia del jazz. Ancora oggi a distanza di quattro decenni rimane un lavoro innovativo e creativo per una serie di ragioni che ora andremo ad esaminare. Il disco in questione è “Heavy Weather” del supergruppo statunitense dei Weather Report. Questa band è stata una delle più originali  e innovative emerse sulla scena internazionale all’inizio degli anni ’70. Il loro grande merito fu quello di fondere vari linguaggi musicali come il jazz, la musica etnica latino-americana, il rock e la classica. La band fu creata da due musicisti di grande talento quali il pianista viennese Josef Zawinul e il sassofonista statunitense Wayne Shorter. Si tratta due figure centrali nella storia della musica afroamericana, entrambe attive dalla seconda metà degli anni ’50.  Zawinul dopo aver frequentato il conservatorio di Vienna, si trasferì negli Stati Uniti. Studiò al Berklee College di Boston ed entrò in contatto con Ben Webster e poi con Cannonball Adderly.

Nel 1968 avvenne l’incontro che cambiò per sempre la sua vita professionale. Il tastierista fu invitato a suonare nell’album “In a silent way” di Miles Davis. Questo straordinario disco stupì il mondo intero per l’uso di strumenti elettronici in un contesto jazz. Davis aveva creato quel filone che poi sarebbe stato definito fusion o jazz-rock. Wayne Shorter ha una storia e una cultura completamente diversa. Nato a Newark, sviluppò sin da piccolo l’amore per il jazz. Si iscrisse alla New York University dove studiò musica per quattro anni. Le prime esperienze professionali furono con i Jazz Messengers del batterista Art Blackey. Nel 1964 si unì al quintetto di Miles Davis e il mondo intero apprezzò le sue straordinarie doti di eccelso improvvisatore sia al sassofono soprano che al tenore. Suonò insieme a Joe Zawinul nel disco di Davis “In a silente way”. I due musicisti rimasero con il trombettista sino al 1970. Poi decisero di fondare insieme una band il cui nome sarà Weather Report.

Weather Report: un quintetto stellare

La svolta elettrica di Davis influenzò molti giovani talenti del jazz. All’inizio degli anni ’70 la musica afroamericana si avvicinò al linguaggio del rock, principalmente per l’uso di strumenti elettronici. Il Chitarrista John McLaughlin fondò la “Mahavishnu Orchestra”, il pianista Chick Corea creò i “Return to forever”, gruppi che ottennero subito un grande successo di pubblico e di critica.

Zawinul e Shorter cercarono di essere più originali. Decisero entrambi che nel loro primo disco non ci sarebbero stati strumenti elettronici. In pochi mesi misero insieme una band di eccellenti musicisti provenienti da diverse culture e Paesi. Questa sarà una delle peculiarità del sound dei Weather Repor; una sorta di world music senza confini, una sintesi straordinaria di jazz, musica classica, matrici etniche e poliritmie. Il gruppo è formato dal contrabbassista praghese Miroslav Vitous (studi classici per violino e pianoforte e poi basso); il percussionista brasiliano Airto Moreira, il batterista statunitense di colore Alphonse Mouzon, più ovviamente Zawinul al piano e Shorter ai sassofoni. Il primo disco “Weather Report”, venne pubblicato nel 1971 e si aggiudicò la nomina ad Album Jazz dell’Anno da parte della rivista Down Beat. Si tratta di un lavoro sperimentale che – sebbene registrato senza alcun uso di strumenti elettronici – viene annoverato fra i classici della fusion.  Le successive registrazioni furono più melodiche e meno sperimentali ed ebbero una migliore accoglienza da parte del mercato. Un’altra caratteristica dei Weather Report riguarda la formazione: non sarà mai stabile, disco dopo disco, i due leader cambiano e scoprono spesso nuovi talenti del jazz. Nel corso degli anni si alterneranno Ralph Towner, Eric Gravatt, Andrew White, Alphonso Johnson, Alyrio Lima, Chester Tomphson, Narada Michael Walden, Don Alias, Alex Acuna sino al genio del basso elettrico Jaco Pastorius che entrò nel gruppo nel 1976.

Il successo internazionale di “Heavy Weather”

“Heavy Weather”, il disco che ebbe il maggior successo di vendite nella storia del gruppo, fu pubblicato nel marzo del 1977. L’ingresso di un vero e proprio genio del basso elettrico, quale Jaco Pastorius, allora 26enne, portò una ventata di freschezza sia a livello compositivo che nei rapporti interpersonali tra i musicisti. Pastorius aveva una forte personalità, soprattutto nei concerti, accentrava su di sé l’attenzione del pubblico e contribuì non poco all’aumento della popolarità dei Weather Report. Il sound del gruppo si era fatto estremamente raffinato. Risultò originale e innovativo l’uso simultaneo di strumenti acustici ed elettronici come i sintetizzatori polifonici suonati magistralmente da Joe Zawinul. Nelle articolate strutture armoniche del gruppo, la dinamica appare in grande evidenza, insieme all’eleganza e agli arrangiamenti sempre di grande gusto. “Heavy Weather” contiene molti classici della band come la celebre “Birdland”, un brano che sarà suonato da moltissime band come i Manhattan Transfer; la struggente “A remark you made” in cui emerge la grande maestria di Pastorius al basso senza tasti e il virtuosismo di Zawinul in uno splendido solo al sintetizzatore; “Teen Town” composta da Jaco Pastorius in cui il musicista esegue fughe di basso da manuale. “Harlequin e “Havona”, sono due tipici esempi dell’evoluzione compositiva della band che sta diventando più melodica ma sempre originale e sofisticata. “Heavy Weather” conquistò la prima posizione nella classifica jazz degli Usa e il 30° posto nella Bilboard top 200. Si calcola abbia venduto quasi un milione di copie, una cifra enorme per un album di jazz strumentale. Per concludere ricordiamo che esattamente dieci anni moriva all’età di 75 anni, Joe Zawinul, lo straordinario musicista che aveva creato un gruppo così geniale e innovativo della storia del jazz.

 

I Weather report dal vivo durante il tour di Heavy Weather del 1977: da sinistra Joe Zawinul, Manolo Badrena, Wayne Shorter, Alex Acuna e Jaco Pastorius

 

FORMAZIONE

Joe Zawinul: Sintetizzatore Arp 2600, piano elettrico Fender Rhodes, Yamaha CP70 grand piano, sintetizzatore polifonico Oberheim, melodica e tabula.

Wayne Shorter: Sassofono soprano e tenore.

Jaco Pastorius: Fretless Fender Jazz Bass, mandocello, batteria in “Palladium” e “Teen town”.

Alex Acuna: Batteria, congas.

Manolo Badrena: Percussioni, congas, tambourine, voce e timbales.