Musica: Freddie Mercury, voce unica del rock

Un’intensa espressione di Freddie Mercury durante un concerto con i Queen

 

Il grande cantante e leader dei Queen moriva a Londra nel novembre del 1991

“Non ho intenzione di essere una star, voglio diventare una leggenda” 

“Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti. Per me, la felicità è la cosa più importante e se sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori e tutte le scuse sono da imputare solo a me. Mi piace pensare di essere stato solo me stesso e ora voglio soltanto…

“Se dovessi morire domani, non mi preoccuperei. Dalla vita ho avuto tutto. Rifarei tutto quello che ho fatto? Certo, perché no? Magari un po’ diversamente! Io cerco solo di essere genuino e sincero e spero che questo traspaia dalle mie canzoni.”

“La ragione del nostro successo, tesoro? Il mio grandissimo carisma, chiaramente.”

“Il denaro è volgare ma meraviglioso. Tutto ciò che desidero dalla vita è fare un sacco di soldi e spenderli.” “L’eccesso è una parte di me. La monotonia è un male. Ho davvero bisogno di pericolo ed eccitazione.” (frasi e pensieri di Freddie Mercury)

 

di Alessandro Ceccarelli

Voce unica del rock

Il rock’n’roll e poi il rock ha offerto nell’ultimo mezzo secolo una grande varietà di cantanti e frontman sia solisti che nelle band. Dall’ugola suadente di Elvis Presley, al bel canto di Paul McCartney per arrivare ai grandissimi David Bowie ed Elton John la musica giovanile ha dispensato miti, leggende e simboli del sesso e della trasgressione. I più importanti sono stati senza dubbio Mick Jagger, Jim Morrison e Janis Joplin. Nel periodo d’oro del rock si sono imposte figure di grande impatto visivo ed emotivo come Roger Daltrey degli Who, Robert Plant dei Led Zeppelin, Peter Gabriel dei Genesis e Peter Hammill dei Van Der Graaf Generator. Discorso a parte merita invece il ruolo di Freddie Mercury, cantante, compositore e pianista dei Queen. La sua voce potente ed epica, aveva una estensione vocale senza pari e una carica espressiva unica. La sua timbrica è stata senza dubbio l’arma vincente per il grande successo della sua band composta dal chitarrista Brian May, dal bassista John Deacon e dal batterista Roger Taylor. Sono ormai passati 26 anni dalla sua scomparsa e un tributo alla sua carriera e alla sua arte e fuori discussione.

La malattia

L’ultima volta che si recò in uno studio di registrazione fu il 22 maggio del 1991 per incidere il brano “Mother love”, ma dopo una pausa si rese conto che non poteva continuare la session in quanto era ormai gravemente debilitato dall’Aids. L’anno precedente, il 18 febbraio del 1990, aveva partecipato visibilmente dimagrito e sofferente per ricevere un premio per il contributo dei Queen alla musica britannica ai Brit Awards. Quella fu l’ultima apparizione pubblica di uno dei più grandi cantanti del rock: Freddie Mercury, una voce unica, potente, con un’estensione straordinaria. Sino al 1989 nascose il segreto della sua malattia anche agli altri membri dei Queen quando decise di fare accertamenti clinici più specifici; durante questi esami, gli fu asportata una parte di pelle dalla spalla sinistra mediante la quale si riscontrò la sua positività all’Hiv. Dopo qualche tempo gli fu anche diagnosticata la sindrome dell’Aids. Sicuro della malattia, confessò la sua condizione agli amici più intimi nonché ai membri del gruppo. Freddie abbandonò la vita pubblica, non organizzando più concerti dicendo che un uomo di oltre 40 anni non poteva saltare e cantare su un palco con una calzamaglia indosso e che voleva rompere il binomio album-tour. Alcune testate scandalistiche cominciarono a sospettare che il cantante fosse effettivamente malato; questi sospetti derivavano dal suo aspetto, dall’improvvisa sospensione dei tour dei Queen e dalle confessioni di alcuni amanti pubblicate sulle pagine dei tabloid inglesi del tempo. Si fecero dunque sempre più rare le sue apparizioni pubbliche e Mercury si rifugiò sempre più nella Garden Lodge, la sua villa di Earls Court a Londra, costata oltre 4 milioni di sterline. Dopo aver fatto diffondere un sincero e drammatico comunicato sulle sue reali condizioni di salute (22 novembre), Freddie Mercury cessò di vivere due giorni dopo nella sua villa di Garden Lodge. A soli 45 anni il rock perdeva senza ombra di dubbio una delle voci più originali e significative; un personaggio eccentrico, un compositore di grandi successi e un pianista di talento.

Una carriera straordinaria con i Queen

Nato come Farrokh Bulsara, il 5 settembre del 1946 a Zanzibar, sin da piccolo si avvicinò alla musica prendendo lezioni di pianoforte al St. Peter College. A metà degli anni ’60 si trasferì con la sua famiglia nei pressi di Londra. Tra il 1968 e il 1969 cominciò a cantare in una serie di gruppi rock sulla scia dei Cream. In quel periodo conobbe il chitarrista Brian May, il batterista Roger Taylor e il bassista John Deacon. L’anno seguente nascevano i Queen, che tuttavia dovettero attendere tre anni per pubblicare il loro primo album. L’idea musicale del gruppo era un’abile miscela tra le melodie e i cori dei Beatles con il rock dei Led Zeppelin che all’inizio degli anni Settanta dominavano le classifiche di tutto il mondo. Brian May si affermò immediatamente come un ottimo chitarrista rock e un notevole compositore e soprattutto fu sempre l’alter ego di Mercury nella creazione del suono dei Queen. Dopo la pubblicazione di “Queen” (13 luglio del 1973) che ottenne due dischi d’oro, “Queen II” (8 marzo del 1974), un disco d’oro e “Sheer heart attack” (8 novembre del 1974), un disco di platino e uno d’oro è con il quarto album, lo straordinario “A night at the opera” (21 novembre del 1975) i Queen esplosero letteralmente in tutto il mondo come la rivelazione del rock britannico. Con questo album Mercury raggiunse l’apice creativo del suono e della musica dei Queen. Il singolo “Bohemian rhapsody”, scritta dal cantante, è il brano manifesto del gruppo, caratterizzato da una sensazionale sezione centrale con decine e decine di voci sovraincise in stile operistico. Il travolgente successo dei Queen non conobbe soste: il 10 dicembre 1976 uscì “A day at the races” con la famosissima “Somebody to love”, una sorta di gospel rock sempre con la voce di Mercury in primo piano, il 28 ottobre del 1977 fu la volta di “News of the world” con l’inno “We are the champions”, il 10 novembre del 1978 “Jazz” con il divertente singolo “Bicycle race”. Il doppio dal vivo “Queen live killers” (1979) tributava brillantemente la prima parte della carriera del gruppo. Con il successivo “The game” (1980), arrivarono i primi cambiamenti stilistici della band in relazione anche al nuovo decennio che si apriva. Anche i Queen cominciarono a impiegare i sintetizzatori polifonici sulla scia del movimento new romantic. Il disco ebbe un grande successo di vendite grazie al singolo “Another one bites the dust” scritto dal bassista John Taylor. Sempre nello stesso anno i Queen pubblicarono la colonna sonora del film “Flash Gordon”, caratterizzato dal massiccio uso di tastiere elettroniche. Con “Hot space” (1982) la band si orientò verso il funky e la dance music e le vendite furono decisamente inferiori. Il singolo “Under pressure”, canzone composta e cantante insieme a David Bowie, fu invece un grande successo. Dopo una pausa di due anni il gruppo tornò al rock con “The Works” (1984) e grazie anche al brano “Radio Ga Ga” le vendite furono strepitose: cinque dischi di platino e due d’oro. Gli ultimi tre lavori dei Queen furono caratterizzati da un enorme riscontro di vendite: “A kind of magic” (1986), sette dischi di platino e 5 d’oro; “The Miracle” (1989), quattro dischi di platino e altrettanti di oro e “Innuendo” (1991), nove dischi di platino e tre di oro, conclusero trionfalmente la carriera dei Queen con Freddie Mercury leader e cantante carismatico. Una voce insostituibile nonostante i deludenti tentativi dei tre membri del gruppo di suonare dal vivo e incidere nuovi album senza Freddie Mercury.

 

Una delle tipiche mosse di Freddie Mercury on stage

 

Freddie Mercury con Brian May, John Deacon e Roger Taylor

 

DISCOGRAFIA

 

ALBUM DAL VIVO

 

RACCOLTE

 

 

HANNO DETTO DI FREDDIE MERCURY

“Di tutti i “eatrali cantati rock, Freddie era una spanna sopra tutti. – Lui andava oltre. 167039287.jpgE naturalmente, ammirerò sempre un uomo che indossa collant. Lo vidi in un concerto e pensai che lui era l’uomo che era in grado di tenere il pubblico nel palmo di una mano”. (David Bowie)

“Dietro il Glam-Rock ci sono poche persone che sono dei veri interpreti. E’ una condizione davvero particolare e rara di essere musicisti di successo e continuare a essere in grado di fare progetti con fiducia. Freddie aveva questa qualità e non ci sono molte altre persone ad averla”. (Robert Plant)

“Per me Freddie è stato l’interprete definitivo; e anche se sono cresciuto con la loro musica, la cosa che mi è sempre piaciuta di più di Freddie è che è stato un grandissimo interprete in qualsiasi momento” (Paul Young)