Musica: con “Seconds out” i Genesis chiudono il capitolo ‘progressive’

La copertina del doppio album dal vivo “Seconds out” dei Genesis, pubblicato nel 1977

Nel 1977 il gruppo inglese dei Genesis pubblicano il secondo live della loro carriera

I Genesis sono stati uno dei gruppi rock più amati dagli anni ’70 ad oggi. Nel corso della loro lunga carriera hanno cambiato più volte la formazione e hanno mutato il linguaggio e il sound della loro musica. La prima fase della band è stata quella che va dal primo album “From genesis to revelation” del 1969 sino alla conclusione del tour di “Lamb lies down on Broadway nel 1975 in cui Peter Gabriel annunciò la sua separazione. La seconda fase di transizione va da “A trick of the tail” (1976) sino a “And then there were three” (1978), quest’ultimo il primo album senza Steve Hackett. da “Duke” (1980) inizia ufficialmente la terza fase in cui Phil Collins prende le redini del gruppo e modifica drasticamente il sound, gli arrangiamenti e le melodie dei Genesis. Se da un punto di vista prettamente musicale molti critici specializzati hanno mosso parecchie perplessità sulla direzione imposta dal batterista-cantante, la band conobbe finalmente il grande successo di pubblico a livello mondiale. Soprattutto negli anni ’80 i Genesis pubblicarono i loro album più venduti come il disco “Genesis” (1983), oltre sette milioni di copie vendute e i 17 milioni di copie di “Invisible touch” (1986). Il live “Seconds out” è la testimonianza dell’addio dei Genesis al periodo più creativo della loro carriera. A quel punto il loro desiderio era di allargare l’audience dei fans e di diventare più famosi a livello internazionale. I Genesis di Phil Collins raggiunsero largamente questo risultato. Ad oggi la band inglese ha venduto circa 150 milioni di dischi in tutto il mondo.

di Alessandro Ceccarelli

Esattamente quattro decenni fa il gruppo inglese dei Genesis, orfano da due anni del cantante Peter Gabriel pubblicò il suo secondo live intitolato “Second’s out” che nel gergo della boxe sta a significare l’uscita dal ring dei secondi dei pugili prima dell’inizio del round. In questo doppio album elegantemente confenzionato con una copertina ricca di foto della band nei concerti del 1976 e del 1977 per il lancio di “A trick of the tail” e “Wind and wuthering”, la band britannica annunciava senza troppi clamori la fine del periodo ‘progressive’ (quello degli album migliori con Peter Gabriel) e soprattutto dopo la dipartita del chitarrista Steve Hackett (ottobre 1977), lasciava pian piano il ruolo di leadership dal tastierista Tony Banks al neocantante Phil Collins. Con “And then there were three..” (1978) e più marcatamente con “Duke” (1980) i Genesis di Collins cambiarono decisamente pelle. Si lasciarono alle spalle il decennio degli anni ’70 per intraprendere un percorso musicale e stilistico più semplice, più immediato e incentrato sulla forma canzone. Questo drastico cambiamento lasciò l’amaro in bocca ai fans più conservatori ma aumentò in maniera esponenziale l’audience dei Genesis in tutto il mondo. Negli anni ’80 il gruppo inglese dominò le classiche mondiali, cosa impensabile nel decennio precedente.

Un doppio live sospeso tra il vecchio e il nuovo

La strumentazione di Tony Banks in Seconds out: da sinistra Mellotron 400, RMI 360 Electra piano, Hammond T. Organ, sintetizzatore Arp ProSoloist

Il doppio live “Second’s out” è una sorta di celebrazione del periodo Gabriel e della breve fase di transizione in cui Tony Banks tentò di prendere le redini musicali della band. Il suo carattere schivo, la sua evidente timidezza venne però ‘travolta’ dal carattere esplosivo ed espansivo del nuovo frontman Phil Collins che in un paio di anni trasformò completamente le fondamenta musicali dei Genesis: aboliti i brani lunghi, eliminati i complessi e raffinati arrangiamenti. Anche a livello strumentale Collins impose diffusamente l’uso della batteria elettronica e convinse Tony Banks a mutare drasticamente il sound delle sue tastiere: via l’antiquato Mellotron e l’organo hammond, che furono sostituiti da sintetizzatori polifonici come il Polymoog e il CS-80 della Yamaha e dal piano digitale CP-80 sempre della Yamaha. In Second’s out i Genesis riproposero le memorabili composizioni dell’era Gabriel come la suite “Supper’s ready” da Foxtrot (1972), la parte finale di “The Musical box” da “Nursey Cryme (1971), “Firth of fifth”, (da notare l’assenza dell’introduzione del pianoforte acustico) “I know what I like” e “Cinema show” da “Selling England by the pound” ed infine “The lamb lies down on Broadway” e “The carpet crowl”dall’omonimo doppio album del 1974. Da “Wind and Wuthering” è inserita “Afterglow”, mentre da “A trick of the tail” ci sono “Dance on a volcano”, “Los Endos”, “Squonk” e “Robbery, assault & Buttery”. Nel disco la batteria di Bill Bruford è presente solo nel lungo brano “Cinema show”, il resto delle parti di batteria sono suonate da Chester Thompson.

L’era di Phil Collins e l’addio di Steve Hackett

Con l’avvento di Phil Collins alla voce solista con l’album “A trick of the tail” fu reclutato il raffinato ed eclettico batterista Bill Bruford che suonò per tour mondiale nel 1976. Per il lancio di “Wind and wuthering” pubblicato nel dicembre del 1976 fu chiamato l’eccellente batterista jazz statunitense Chester Thompson che aveva militato nei Weather Report e in alcuni dischi di Frank Zappa. Intanto tra il 1975 e il 1976 il chitarrista Steve Hackett aveva più volte manifestato il suo disagio all’interno della band. Le sue composizioni venivano quasi sempre escluse in quanto troppo legate al passato. Durante la registrazione di “Wind and Wuthering” (settembre e ottobre 1976), il chitarrista propose un lungo brano strumentale “Please don’t touch” che venne però bocciato dagli altri tre componenti della band. Steve Hackett attese la pubblicazione di “Second’s out” (ottobre 1977) e annunciò il suo abbandono dai Genesis. “Second’s out” fu un buon successo in tutto il mondo: raggiunse il quarto posto in Gran Bretagna ed entrò nelle top ten in quasi tutti i paesi europei. I più attenti fans del gruppo inglese intuirono però che con questo elegante doppio album, i Genesis avevano definitivamente chiuso il capitolo dell’era progressive….

La suggestiva scenografia del lightshow dei Genesis nel 1977

FORMAZIONE

Phil Collins: Voce, solista, batteria e percussioni

Tony Banks: tastiere, chitarra acustica a 12 corde, cori

Mike Rutherford: basso elettrico, chitarra elettrica a 12 corde, pedaliera bassi moog, cori

Steve Hackett: chitarra solista, chitarra classica, pedaliere, cordi

Chester Thompson: batteria e percussioni

Bill Bruford: batteria nel brano “Cinema Show”.

DICHIARAZIONI DEI MEMBRI DEI GENESIS

Phil Collins “Il mio lavoro preferito con i Genesis è “The Lamb Lies Down on Broadway”: pezzi strumentali e astratti, quasi ambient music che non sono distanti anni luce dalle orchestrazioni della colonna sonora. In Italia suonavamo (con i Genesis) nei palasport, e ricordo Roma, Pavia, Rimini, Siena e Reggio Emilia, quando in Inghilterra facevamo ancora i club. Non so perché ci abbiate preso in simpatia, forse perché qui c’era la PFM (Premiata Forneria Marconi). Anche la loro era musica operistica, in cinemascope. Il vostro pubblico non capiva cosa stavamo cantando, ma riconosceva i cambiamenti di umore, il sentimento, le emozioni”.

Tony Banks “Quando ero a scuola mi piaceva molto ascoltare Rachmaninov e soprattutto Ravel, magari non volevo rischiare di scrivere cose che assomigliassero allo stile di questi autori. D’altro canto c’erano altre cose da ascoltare quando ero giovane e cito gruppi come Beach Boys, Animals e Kinks. Queste sono state le mie influenze da giovane e quando siamo partiti con i Genesis ho voluto combinarle insieme creando qualcosa di nuovo, e mai ascoltato prima. Volevo essere un musicista rock dallo stile classico».

Mike Rutherford: “Mi crea qualche imbarazzo dire che non mi ero proprio accorto di quanto infelice fosse stato Steve per la maggior parte del tempo in cui fu con il gruppo. Steve era un eccellente chitarrista, ma la mia opinione su di lui in quanto songwriter è che scriveva sempre rispettando gli schemi, proprio ciò che noi cercavamo di evitare”.

Peter Gabriel su Tony Banks “Abbiamo sempre avuto un approccio diverso alle cose. Per me lui era il mio miglior amico ed il mio peggior nemico allo stesso tempo, cose normali all’interno di una band. Una delle cose su cui litigavamo di più erano la durata dei suoi assoli. Credo di avergli rovinato qualche capolavoro con la mia voce. “Abbiamo sempre litigato soprattutto per decidere in che modo presentarci al pubblico. Mi ricordo che una volta ho provato a vestirmi come un fiore o come una malattia sessualmente trasmissibile. Tony invece era completamente diverso da questo punto di vista, l’unica cosa che cambiava era la sfumatura di colore pastello del suo maglione. Ma condividevamo una grande passione per la musica”.

TRACK LIST SECONDS OUT

DISCO 1

Squonk

The Carpet crowl

Robbery, assault & buttery

Afterglow

Firth of fifth

I know what I like

The lamb lies down on Broadway

The musical box (closing section)

DISCO 2

Supper’s ready

The Cinema show

Dance on a volcano

Los Endos