Editoria: addio a Gianni Bisiach, maestro del giornalismo d’inchiesta

È morto questa mattina a Roma il giornalista e scrittore Gianni Bisiach. Viveva nella struttura per anziani Villa sacra Famiglia a Monte Mario, aveva 95 anni. Bisiach aveva legato il suo nome soprattutto a inchieste e speciali sulla storia realizzati per la Rai, per il settimanale ‘Tv7’ e per il Tg1, dove curò per anni la rubrica intitolata ‘Un minuto di storia’. A confermare la notizia alla stampa è stato l’avvocato Giorgio Assumma, che era legato a Bisiach da una lunga amicizia. “Purtroppo – racconta Assumma  – questa mattina sono stato svegliato da una telefonata della segretaria di Gianni, che mi informava della sua scomparsa. Gianni non aveva parenti e quindi con un po’ di amici stiamo cercando di organizzare una camera ardente e un saluto, su cui informeremo più tardi”. Diplomato nel 1946 al liceo scientifico di Gorizia, successivamente si trasferisce per sei anni in Africa come ufficiale meteorologico della Royal Air Force all’aeroporto di Asmara; in seguito è ricercatore con il prof. Raymond Katz al laboratorio geologico dell’Eritrea e lavora anche come geologo cercatore d’uranio in Dancalia con l’ingegnere belga Louis Astrup. Ottiene due lauree in medicina e chirurgia, col massimo dei voti, alla scuola di medicina di Asmara e all’Università di Roma, specializzandosi in anestesia e radiologia, per poi dedicarsi alla ricerca: in Africa si occupa di malattie endemiche e malnutrizione, collaborando tra gli altri con l’insigne oculista Giambattista Bietti, mentre in Italia compie studi in psichiatria, con Franco Basaglia, e in neurochirurgia. Come medico, è primo aiuto chirurgo dei professori Antonino Musso (già allievo di Achille Mario Dogliotti) e Pietro Valdoni, nonché anestesista personale di Raffaele Paolucci di Valmaggiore, direttore della clinica chirurgica dell’Università di Roma. Con Luigi Gedda, luminare di gemellologia e figura illustre dell’associazionismo cattolico italiano, compie ricerche sul parto indolore, ai fini della stesura di un libro di Papa Pio XII. Con Giovanni Berlinguer effettua ricerche sulla malaria, nell’Istituto di Parassitologia dell’Università di Roma diretto da Ettore Biocca.
Entrato in Rai grazie a Massimo Rendina, che aveva conosciuto ad Asmara, Bisiach ha all’attivo numerosi servizi e inchieste giornalistiche per il telegiornale e speciali dei programmi culturali tv. Ha curato la rubrica Testimoni oculari (1958-61) e nel dicembre 1960 l’inchiesta in tre puntate sulle spedizioni polari di Umberto Nobile, con i dirigibili “Norge” ed “Italia” ottenendo il massimo ascolto nella storia della Rai, con oltre 28 milioni di telespettatori. Nel 1962 realizza Rapporto da Corleone, la prima inchiesta sulla mafia in Sicilia con la collaborazione di Cesare Terranova, poi ucciso nel 1979 insieme al suo autista Lenin Mancuso da Luciano Liggio (che dal giudice Terranova era stato condannato all’ergastolo), e di Felice Chilanti, Girolamo Li Causi, Michele Pantaleone, Antonino Rizzotto (fratello del sindacalista-eroe di Corleone) e Ferruccio Parri. Da questa inchiesta (realizzata in condizioni territoriali particolarmente proibitive, tanto da essersi dovuto avvalere dell’assistenza di alcuni ex partigiani) è nata la Commissione Parlamentare Antimafia (1963). Negli Stati Uniti il celebre anchorman Walter Cronkite ne farà uso come materiale didattico per il corso dei telegiornalisti interno alla CBS. Nel 1962 a Parigi, con Giorgio Vecchietti e Claudio Savonuzzi, crea il titolo Tv7 per la nuova rubrica settimanale di approfondimento legata al Telegiornale, della cui redazione farà parte costantemente negli anni, anche come inviato speciale. L’attività per Tv7 è andata di pari passo con quella svolta in Francia per il programma Cinq Colomnes à la Une e in Inghilterra per Panorama, con il collega inglese Robert Rowland. Nel 1964 si reca negli USA, affiancando per un mese Walter Cronkite nel suo lavoro quotidiano per la preparazione del telegiornale CBS Evening News e per lo speciale XX Century. Nel 1965 realizza l’inchiesta La pena di morte nel mondo; con la collaborazione di Robert Kennedy, salverà dalla camera a gas di San Quintino il condannato a morte Dovie Carl Mathis, fornendogli i mezzi per un’efficace difesa. Conduce altre inchieste sullo spionaggio, con il direttore della CIA William Colby, sull’Etiopia con l’imperatore Hailé Selassié, a Teheran con lo Scià di Persia, a Londra con i Beatles esordienti, ad Haiti con i terribili tonton macoutes, tagliatori di teste di François Duvalier, in Amazzonia con gli Indios nella foresta, all’Actor’s Studio con Lee Strasberg e Paul Newman, in Venezuela con il presidente Caldera, in Perù con la pilota Hilde Goetz, a Wall Street con Franco Desideri, a Dallas con Ruggero Orlando, a New Orleans con il procuratore generale Jim Garrison (reso famoso dal film JFK – Un caso ancora aperto), all’Le Bourget col cosmonauta Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio, a Cape Kennedy con gli astronauti del programma Apollo per gli sbarchi sulla Luna.