Cinema: Marilyn Monroe la diva eterna

Un’intensa espressione di Marilyn Monroe durante le riprese de “Gli Spostati” di John Huston

Miti di Hollywood: l’attrice che ha fatto sognare gli uomini di tutto il mondo moriva in circostanze mai chiarite nel 1962

 

La sua figura fragile, meravigliosa e tragica rimane il simbolo della femminilità di ogni tempo. Nessuna donna ha avuto un’influenza così forte nella moda, nel costume e nella seduzione come Marilyn Monroe, nonostante sia morta da oltre mezzo secolo. La sua prematura scomparsa a soli 38 anni, in circostanze non del tutto chiare, l’ha consegnata per l’eternità nel mondo della celluloide. Eppure le sue indiscutibili doti recitative vengono sempre menzionate dopo il suo aspetto fisico e il suo incredibile fascino. Il mito prevale su ogni aspetto della sua vita travagliata, triste e caratterizzata da una profonda infelicità. 

“Mi sento orribile. Datemi un po’ di tempo, mi truccherò e sarò di nuovo Marilyn. Il mio corpo invecchia, trentacinque anni vissuti dentro un involucro estraneo… Fatemi parlare… Non piangere, bambola mia, adesso ti cullo nel sonno”.

(Ultime frasi scritte da Marilyn Monroe sul suo diario)

di Alessandro Ceccarelli

L’infanzia difficile

Norma Jeane Mortenson nasce 1º giugno del 1926 al County Hospital di Los Angeles; la madre, Gladys Pearl Monroe (1902-1984), che lavorava alla Consolidated Film Industries ed era riuscita a ricoverarsi solo grazie a una colletta, era figlia di Otis Elmer Monroe e Della Hogane e si sposò una prima volta con John Newton Baker, dal quale ebbe due figli, Robert Jasper “Jackie” Baker e Berniece Inez Gladys Baker. Dopo il divorzio con Baker, divenne suo marito Martin Edward Mortenson, un fornaio norvegese, ma i due si separarono prima che Gladys rimanesse nuovamente incinta. L’identità del padre di Marilyn Monroe non è mai stata chiarita definitivamente; i biografi concordano che Mortenson, sebbene fosse indicato come tale nel certificato di nascita di Norma Jeane, non fosse in realtà il suo vero padre. Sembra più probabile che fosse Charles Stanley Gifford, un impiegato alle vendite della Consolidated Film Industries, che avrebbe lasciato Gladys non appena lei lo informò della sua gravidanza; si ipotizzò anche che la madre fosse rimasta incinta dopo uno stupro. Alcuni mesi dopo il parto, la bambina venne battezzata come “Norma Jeane Baker”.
Gladys era mentalmente instabile e finanziariamente non era in grado di prendersi cura della figlia; non riuscendo a persuadere la madre Della a occuparsi della bambina, decise di affidare Norma Jeane a Wayne e Ida Bolender, una coppia molto religiosa di Hawthorne, una località a sud-ovest di Los Angeles, che si occupava di bambini in affido in cambio di denaro, con cui Norma Jeane visse fino all’età di sette anni. Nella sua autobiografia, My Story, scritta con Ben Hecht, Marilyn disse che era convinta che loro fossero i suoi genitori finché Ida non la corresse in malo modo, affermando che non doveva chiamarla madre e che avrebbe incontrato quella vera il giorno dopo; dopo la morte di Monroe, Ida disse che rimasero sempre in contatto e che aveva avuto la seria intenzione di adottarla, cosa che non poté fare per il mancato consenso di Gladys. Norma venne poi affidata a una coppia di inglesi, prima di tornare ad abitare con Gladys in una piccola casa bianca, insieme alla coppia britannica. Dopo pochi mesi, in seguito a una caduta dalle scale, sua madre, che soffriva di un esaurimento nervoso a causa dei numerosi problemi familiari, venne prima ricoverata al Los Angeles General Hospital e poi portata al Norwalk State Asylum, dove le venne diagnosticata schizofrenia paranoide.
Dopo che la madre venne dichiarata incapace di intendere e di volere, Norma Jeane fu presa in custodia dalle autorità statali; la migliore amica di Gladys, Grace McKee, archivista di pellicole alla Columbia Pictures, divenne la sua tutrice, nonostante i pareri contrari dei suoi amici; con Grace cominciò ad appassionarsi al cinema e alla vita hollywoodiana. Dopo il matrimonio della donna con Ervin Silliman Goddard il 4 aprile 1935, Norma Jeane fu mandata all’orfanotrofio Children’s Home Society di Los Angeles, dove rimase dal 13 settembre 1935 al 1938; qui lavorò per la prima volta come vivandiera con uno stipendio di 5 centesimi al mese. Durante la permanenza nell’istituto, venne affidata a diverse famiglie, dove subì violenze e disattenzioni, e ogni volta ritornava all’orfanotrofio, venendo accusata di commettere furti; in alcuni casi, lei stessa affermava di maltrattare alcune bambine. Ricorda anche un episodio di molestie sessuali subite da un certo signor Kirmel all’epoca in cui aveva circa nove anni. Nel 1938, per quattro mesi, ritornò da Grace; la ragazzina affermava di essere molestata da Ervin, confessione di cui le fonti dubitano, venendo poi affidata prima a Olive Brunings, una prozia che viveva a Compton, e poi, nei primi mesi del 1938, ad Ana Lower, un’altra zia residente a Van Nuys.

La diva per eccellenza del cinema hollywoodiano simbolo di femminilità, fascino e seduzione

La carriera
La giovane, per affinare le sue doti recitative, studiò all’Actors Lab di Hollywood e recitò al Bliss-Hayden Miniature Theatre di Beverly Hills. Nel 1947, prese parte al suo primo film, “The Shocking Miss Pilgrim” di George Seaton, con il ruolo, non accreditato, di una centralinista; per questo motivo l’attrice non compare nella pellicola, mentre si ode la sua voce. Recitò poi in “Scudda Hoo! Scudda Hay!”, con la regia di Arthur Pierson, che per alcuni problemi uscì nelle sale solo dopo alcuni mesi; la sua parte fu quasi completamente tagliata durante il montaggio, rimanendo alla fine un’unica scena dove lei saluta la protagonista della pellicola, June Haver. Dopo aver fatto la comparsa ne “I verdi pascoli del Wyoming” (“Green Grass of Wyoming”) di Louis King e in “You Were Meant for Me” di Lloyd Bacon, senza venire accreditata in entrambi i film, Marilyn Monroe prese parte a “Dangerous Years” di Frederick Hugh Herbert, uscito nel 1948, dove il nome della diva appariva come quattordicesimo nei crediti. Lo stesso anno vinse il concorso di bellezza “Miss California Artichoke” Queen.
La svolta della sua carriera avviene grazie al grande regista John Huston, che la chiama per “Giungla d’asfalto”. Il film la trasforma in una star di prima grandezza. Gli anni cinquanta sono il decennio in cui l’attrice costruisce la sua figura di attrice brillante, sbarazzina e apparentemente ingenua. Il fascino che emana il suo sguardo è irresistibile e innovativo. Gli altri film significativi per la star sono “Quando la moglie è in vacanza”, “Niagara”, “Come sposare un milionario”, “Fermata d’autobus” e “Il principe e la ballerina” in cui la Monroe recita al fianco del leggendario Laurence Olivier.
Il film più importante del periodo d’oro dell’attrice è senza dubbio “A qualcuno piace caldo”, pellicola che chiude il decennio dell’affermazione del suo mito.
Marylin, affiancata da due straordinari attori con Jack Lemmon e Tony Curtis, può finalmente dimostrare le sue indubbie qualità recitative e interpretative. La sua vita privata è un continuo susseguirsi di amori, sofferenze, delusioni, solitudine, alcool e soprattutto psicofarmaci.
L’ultimo matrimonio, quello con il grande drammaturgo Arthur Miller, da molti visto come la “salvezza” per l’inquieta artista, è in realtà l’ennesimo errore della sua vita sentimentale. L’intellettuale non riuscirà mai a capire i problemi dell’attrice e non la renderà mai felice.
Gli anni Sessanta sono tragici per l’attrice che all’epoca era la star di Hollywood più famosa e amata nel mondo.
Gli ultimi film

La dipendenza da alcool e da psicofarmaci della Monroe cominciò a minare la sua salute. Il 7 febbraio 1961, Marilyn, sempre più spesso preda di turbe psichiche, si recò volontariamente sotto il falso nome di Faye Miller al Payne Whitney Psychiatric Clinic, l’ospedale psichiatrico di New York; quando la permanenza nella casa di cura divenne per l’attrice una sorta di detenzione, l’ex marito Joe Di Maggio riuscì a farla uscire e a trasferirla al Columbian Presbyterian. Le fonti sono discordanti sul modo in cui lo sportivo riuscì a farla uscire dall’istituto; secondo alcune i due uscirono di nascosto dalla cantina, per altre riuscì semplicemente a farla trasferire nell’altra clinica, mentre altre ancora sostengono che, dopo aver trascorso tre giorni alla Payne Whitney, venne trasferita alla Columbian per tre settimane dove giunse Di Maggio. In ogni caso, dopo che fu dimessa, raggiunse Di Maggio in Florida. A maggio dello stesso anno subì poi un intervento chirurgico per correggere un blocco alle tube di Falloppio; nel mese di giugno venne poi operata per calcoli alla cistifellea al Polyclinic Hospital di New York. L’11 luglio venne dimessa, venendo colpita da un microfono durante l’assalto dei giornalisti. Questi diversi interventi e le sue dipendenze non le permisero di girare alcun film per tutto il 1961.
La pellicola in cui riuscì – sia pur tra mille difficoltà sul set – a dare il meglio della sua carriera, fu “Gli spostati”, uno straordinario film diretto da John Huston e scritto dal marito Arthur Miller. Paradossalmente Miller ha scritto quello che era in realtà il rapporto con Marylin: un evidente fallimento dal punto di vista della comunicazione e della comprensione. L’attrice stupisce i critici per l’intensità e per il realismo della sua performance. I colleghi che lavorarono con lei sul set – Clark Cable, Monty Clift e Eli Walach – ricordarono soprattutto i suoi ritardi, i suoi vuoti di memoria e la sua profonda disperazione esistenziale.
Marylin infatti fu licenziata durante le riprese di “Something’s got to give” (1962) di George Cukor, per la sua palese incapacità di poter lavorare.

Marilyn Monroe con il marito Arthur Miller, celebre commediografo e sceneggiatore

La morte
Marilyn Monroe è stata trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, il 5 agosto 1962, all’età di trentasei anni. Il cadavere di Marilyn, che era privo di vestiti e con in mano la cornetta del telefono, fu scoperto da Ralph Greenson, che era stato urgentemente chiamato alle 3.30 dalla governante dell’attrice, Eunice Murray, che si era preoccupata perché non riusciva a entrare nella camera di Marilyn; la porta era chiusa da dentro e, nonostante vedesse la luce accesa, non sentiva alcun rumore e nessuno rispondeva alle sue domande. La chiamata alla polizia per denunciare il fatto è pervenuta alle 4 e 25 ora locale, come da successivi accertamenti telefonici. Alcuni biografi ritengono però che siano trascorse cinque ore dal momento del decesso a quando vennero avvisate le autorità; in questo lasso di tempo, Marilyn sarebbe stata portata al Saint John’s Health Center di Santa Monica, ma l’ospedale rifiutò di accettare il caso per l’eccessiva notorietà della vittima. Un’indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto. Secondo il dottor Thomas Noguchi, che eseguì l’autopsia, la morte di Marilyn era con “alta probabilità” un suicidio, dovuta a un’overdose di barbiturici; nel corpo dell’attrice trovò 8 milligrammi di idrato di cloralio e 4,5 milligrammi di Pentobarbital per 100 millilitri di sangue. L’incerta ricostruzione degli eventi di quella notte, la presenza non confermata di Bob Kennedy nella casa dell’attrice la sera prima della sua morte e alcune incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico hanno dato adito a molteplici interpretazioni sugli eventi di quella notte e sulle cause della scomparsa dell’attrice. Tra le varie versioni formulate, venne ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano in Monroe, che si era detta pronta a confessare le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica oppure una vendetta della mafia americana nei confronti della famiglia Kennedy per alcune promesse fatte in campagna elettorale e non mantenute. A distanza di oltre mezzo secolo i lati oscuri e le ombre rimangono sulla scomparsa della stella più luminosa della storia del cinema.

L’attrice ritratta mentre legge un copione

 

FILMOGRAFIA

 

FRASI E RIFLESSIONI DI MARILYN MONROE

Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare.

Non accettate le briciole. Ci hanno fatto donne, non formiche.

L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi.

Trova qualcuno che ti rovini il rossetto, non il mascara.

Non piangere mai per un uomo, ti si sbava il trucco… Ed il mio mascara vale più di uno stupido maschio

Sono egoista, impaziente e un po’ insicura. Commetto errori, sono fuori controllo e, allo stesso tempo, difficile da gestire.
Ma se non sei in grado di gestire il mio lato peggiore, allora certamente non sarai in grado di gestire quello migliore.

Se riesci a far ridere una donna le puoi far fare qualsiasi cosa.

Non so chi abbia inventato i tacchi alti. Ma tutte le donne gli devono molto.

Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quello di una carrozza del metrò.

Cosa indosso a letto? Due gocce di Chanel N°5

Quando un amore finisce, uno dei due soffre. Se non soffre nessuno, non è mai iniziato. Se soffrono entrambi, non è mai finito.

Il silenzio è l’unica risposta logica da poter dare agli stupidi.

I diamanti sono i migliori amici della donna.

Voler essere qualcun altro è uno spreco della persona che sei.

Non vorrei mai essere una donna pelle e ossa. Il mio corpo mi piace così com’è. E poi le curve stanno così bene su una donna!

“Le persone dolci non sono ingenue né stupide, né tanto meno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare nessuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici”.

Una carriera è una cosa meravigliosa, ma non ti può scaldare in una notte fredda.

Sono brava ma non sono un angelo. Pecco ma non sono un diavolo. Sono solo una piccola ragazza in un mondo enorme che cerca di trovare qualcuno da amare.

Non è il viso che colpisce, ma le espressioni; non è il corpo che ci piace, ma il modo in cui si muove. Non è spesso l’aspetto fisico che ci attrae… ma sono i modi di fare di una persona.

Certe persone non ti odiano perchè hai fatto qualcosa di male. Ma perchè hai fatto qualcosa meglio di loro.

I mariti non sono mai amanti così meravigliosi come quando stanno tradendo la moglie.

Un bacio sulla mano può farti sentire meglio, ma una tiara di diamanti è per sempre.

Gran parte degli uomini sono talmente orribili, meritano che se ne cavi tutto quanto si può!

La vita non diventa più facile, sei tu che diventi più forte.

Non importa quanto aspetti, ma chi aspetti!

Le donne sono dotate di due armi formidabili: il trucco e le lacrime. Fortunatamente per gli uomini, non possono essere utilizzate contemporaneamente.

Quello che davvero desidera una donna è trovare un uomo che le dimostri che i maschi non sono tutti uguali.

Io divento intelligente quando serve, ma alla maggior parte degli uomini non piace.

Perchè non porto biancheria intima? Mi danno così fastidio tutte quelle piegoline.

Noi tutti dovremmo cominciare a vivere prima di diventare troppo vecchi. La paura è stupida. È così che nascono i rimpianti.

Prima del matrimonio, una ragazza deve fare l’amore con un uomo per trattenerlo. Dopo il matrimonio, deve trattenerlo per fare l’amore con lui.

Penso che la bellezza, la femminilità e l’eleganza siano senza età, e non possano essere riprodotte artificialmente.

Non essere gelosa se vedi il tuo Ex con un’altra. La mamma ci ha insegnato che devi dare i giocattoli usati ai meno fortunati.

Tra tutti gli uomini che ho conosciuto..gli unici che si salvano sono quelli che devo ancora conoscere.

Tra uno schiaffo, sonoro e sincero ed una commiserevole pacca sulla spalla non ho paura nello scegliere lo schiaffo.

Ricordati di chi c’era quando stavi male, perché saranno quelli che vorrai accanto quando tutto andrà bene.

C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé…
Io credo di aver già scelto… Mi sono salvata da sola.

Una volta qualcuno mi disse:’Se il 50% degli esperti di Hollywood dicesse che non hai talento e che dovresti mollare la recitazione, tu cosa faresti?’ La mia risposta è stata ed è tuttora: ‘Se il 100% mi dicesse questo, allora l’intero 100% si sbaglierebbe.

Ho sognato la bellezza per lo più a occhi aperti. Ho sognato di diventare tanto bella da far voltare le persone che mi vedevano passare

Un uomo che davvero si può definire forte non vuole dominare una donna. Non usa la sua forza contro di lei, indebolita dall’amore per lui. L’unica ragione per cui la usa è per difenderla dal mondo, e da coloro che la maltrattano.

La gente crede di trovare in me queste due cose: una sgualdrina o una bella bionda svampita. Non sono né l’una né l’altra. Il fatto è che mi sento sola, nonostante la corsa alla popolarità più rapida che una ragazza abbia mai avuto. Un eccesso di notorietà favorisce la solitudine. All’improvviso tutti ti parlano e sono gentili con te. Ma prima non lo facevano, e ti rendi conto che succede perché sei un ‘personaggio’. Nel mio caso, mi avrebbe incoraggiato molto ricevere qualche frase di incoraggiamento quando ne avevo davvero bisogno.

Un sex symbol diventa un oggetto, questo è il guaio. Ma se dovessi essere il simbolo di qualcosa, preferirei esserlo del sesso piuttosto che di tante altre cose di cui esistono simboli.

Ho sempre pensato che le stelle del cinema fossero persone eccitanti, di talento, dalla grandissima personalità. Quando ne incontro una a una festa di solito scopro che, uomo o donna che sia, è scialba e persino spaventata. Ci sono stati party nei quali me ne sono rimasta in silenzio per ore ascoltando i miei idoli mentre si tramutavano in persone sciocche e meschine.

Riesco facilmente a stare da sola. Per certe persone, invece, è impossibile. Io credo che, nella giusta misura, la solitudine ti aiuti a rilassarti, a ritrovare te stessa. Penso che ci siano due priorità per tutti gli esseri umani o, perlomeno, per me ci sono sicuramente: il desiderio di stare da soli e la necessità di stare in compagnia…Perché, dopotutto, tutti abbiamo dentro di noi un lato gioioso e uno triste.

Agli appuntamenti sono immancabilmente in ritardo, a volte anche di due ore. Ho provato a cambiare questi miei modi, ma i motivi che mi fanno ritardare sono troppo forti e troppo piacevoli. Quando devo essere da qualche parte per cena alle otto, me ne rimango nella vasca da bagno per un’ ora e più. Si fanno le otto e io sono ancora nella vasca. Continuo a versare essenze profumate nell’ acqua, lascio scorrere l’ acqua e riempio la vasca con acqua fresca. Mi dimentico che sono le otto e che ho un appuntamento a cena. Mi perdo nei miei pensieri e mi sento lontana da tutto. A volte so il vero motivo di quello che faccio. Nella vasca non c’ è Marilyn Monroe, ma Norma Jean.

Cammino in modo sensuale? Non so, ho imparato a farlo da bambina. Da allora non ho più preso lezioni

Io non sono interessata ai soldi. Io voglio solo essere meravigliosa.

La gente ha l’abitudine di guardarmi come se fossi uno specchio invece di una persona. Essi non mi vedono, vedono i propri pensieri indecenti, poi si mascherano di candore per chiamare me un’indecente

Hollywood è un posto dove ti pagano migliaia di dollari per un bacio, e cinquanta centesimi per l’anima.

Arrendersi non significa sempre essere deboli; a volte significa essere forti abbastanza da lasciar perdere.

La gente scalpita per vedermi, ma io ricordo quando ero indesiderata, quando nessuno voleva vedere la piccola Norma Jeane… neppure sua madre.

Quel che ho dentro nessuno lo vede. Ho pensieri bellissimi che pesano come una lapide. Vi supplico, fatemi parlare.

Trova qualcuno che ti faccia dimenticare il tuo passato, la tristezza. Trova qualcuno che ti cambi la vita, che la renda migliore, che sostituisca e riempia il vuoto di chi se n’è andato. Trova qualcuno per cui valga la pena sorridere

Ciò che mi fa più paura non è la morte, ma la sensazione di non aver vissuto appieno la vita.

 

CURIOSITA’

Alla sua morte, Marilyn Monroe morì lasciò un’eredità di 1.6 milioni di dollari. Nel suo testamento, Marilyn lasciò il 75% dell’eredita a Lee Strasberg, il suo maestro di recitazione e il 25% alla dottoressa Marianne Kris, la sua psicoanalista, in più un fondo assicurativo elargì a sua madre, Gladys Baker Eley 5.000 dollari all’anno. Quando la dottoressa Kris morì, nel 1980, a sua volta lasciò la sua percentuale di eredità all’Anna Freud Centre, un istituto psichiatrico per bambini di Londra. Dopo la morte di Lee Strasberg, nel 1982, il suo patrimonio è stato amministrato dalla vedova Anna, e dal suo avvocato. I diritti del nome e dell’immagine di Marilyn sono di proprietà esclusiva della Curtis Management Group, e fruttano circa 2 milioni di dollari all’anno.

 

GIUDIZI E COMMENTI SU MARILYN MONROE

“Adoro Marilyn. Penso che fosse incredibilmente bella e anche molto sottovalutata come attrice. Come lei, anche io ho le curve, sono bionda e mi sento a mio agio con questo tipo di femminilità. Ma credo che i paragoni tra di noi si fermino qui”. (Scarlett Johannson)