Cinema: “Blade runner 2049”, le angosce di un futuro prossimo

La locandina del film “Blade runner 2049” diretto da Denis Villeneuve

di Alessandro Ceccarelli

 

Introduzione

E’ sempre rischioso dirigere un sequel di un film memorabile e indimenticabile come “Blade Runner”. Ebbene, a distanza di 35 anni, Ridley Scott si limita alla produzione e affida la regia al canadese Denis Villeneuve, un cineasta colto e sensibile che ha diretto film come “La donna che canta” e “Arrival”. La pellicola di Villeneuve colpisce per l’eleganza e la perfezione visiva (splendida la fotografia del maestro Roger Deakins), per l’accuratezza dell’impianto scenografico (Dennis Gassner), per le maestose e angosciose musiche (Zimmer, Johannsson e Wallfisch)e per il sapiente montaggio (Joe Walker). “Blade runner 2049”, vive e si gusta senza necessariamente pensare al film di Ridley Scott del 1982. L’idea visiva e narrativa di Villeneuve è ambiziosa sin dalle prime immagini. Si tratta di un film che penetra l’inconscio dello spettatore con riflessioni ed emozioni che vanno molto in profondità. Il ritmo deliberatamente lento e solenne scandisce un meraviglioso e angoscioso affresco di un futuro da incubo per l’umanità che si confronta nel delicato rapporto con il non umano. Film da non mancare.

Trama

Nel 2049 i replicanti sono riusciti ad integrarsi fra gli umani in quanto l’agricoltura sintetica è ormai necessaria per la sopravvivenza della popolazione terrestre. L’agente K è un replicante di ultima generazione che bracca i vecchi replicanti Nexus ribelli. Uno di questi, Sapper Morton, vive da solo in una fattoria e K lo rintraccia e lo uccide dopo un duro corpo a corpo. In seguito K rinviene una valigia sepolta sotto un albero morto nei pressi dell’abitazione di Sapper. L’oggetto sepolto viene recuperato e aperto, rivelando di contenere lo scheletro di un replicante Nexus femmina. Gli analisti della polizia di Los Angeles scoprono che la replicante è deceduta a seguito di complicazioni durante un taglio cesareo. Joshi, il capo di K, è sconvolta dal ritrovamento, in quanto non pensava che i Nexus fossero capaci di riprodursi, quindi gli ordina di eliminare qualsiasi prova e di trovare e ritirare il figlio replicante, poiché la notizia potrebbe creare un’instabilità nell’ordine tra umani e replicanti. K invece si reca a visitare la sede dell’azienda che produce i replicanti moderni, la Wallace Industries, dove il personale identifica lo scheletro ritrovato come quello di Rachael, creata dalla fu Tyrell Corporation, e che ha avuto una relazione con il cacciatore Rick Deckard, scomparso con lei dal 2019.
Il fondatore della società, Niander Wallace, crede che i Nexus capaci di riprodursi possano essere il prossimo passo nella sua produzione e favorire l’espansione delle colonie extramondo popolate da soli androidi, quindi ordina a Luv, la sua replicante tirapiedi, di rubare i resti di Rachael dalla stazione di polizia e di pedinare K in modo da risalire al figlio replicante. K ritorna alla fattoria di Sapper e nota incisa sull’albero morto la data 6/10/21, che coincide con l’incisione su un cavallino di legno che egli nascondeva da bambino in un ricordo impiantato. K risale alla fabbrica dove si svolge questo ricordo e ritrova il giocattolo dove lo aveva nascosto da bambino, dimostrando che l’impianto potrebbe essere un ricordo vero del suo passato. Quando K controlla le nascite del giugno del 2021, scopre un’anomalia: Rachael ha apparentemente dato alla luce due gemelli che condividono lo stesso DNA ma con sessi diversi, e solo il maschio è ancora vivo. K si reca ad incontrare la dottoressa Ana Stelline, che lavora come creatrice di ricordi innestati per i replicanti di Wallace e che lo informa che è illegale innestare ai replicanti memorie vere appartenute agli umani, inducendogli a credere di essere lui stesso il figlio della Nexus morta. Dopo non avere passato un test sulla sua natura replicante, K viene sospeso da Joshi, ma spiega di avere fallito perché ha compiuto la missione di ritirare il bambino. K prosegue l’indagine per conto proprio facendo analizzare il cavallino di legno e in esso vengono trovate tracce di radiazione, che lo conducono alle rovine post-apocalittiche di Las Vegas. Qui K ritrova Deckard, il quale rivela di aver alterato le date di nascita per coprire le loro tracce e fu costretto a lasciare Rachael con un gruppo di replicanti rivoluzionari per la sua sicurezza. Nel frattempo Luv uccide Joshi e rintraccia K. Nello scontro, Luv distrugge Joi, la compagna virtuale di K, lascia quest’ultimo in fin di vita e rapisce Deckard. K viene soccorso dal gruppo rivoluzionario, condotto da Freysa e scopre che il vero erede di Rachael e di Deckard è Stelline, in quanto solo lei poteva essere capace di impiantare i propri pensieri nella sua mente. Freysa ordina a K di uccidere Deckard affinché egli non fornisca a Wallace informazioni sul movimento.
Deckard viene condotto dinanzi a Wallace, il quale ipotizza che l’amore tra lui e Rachael fosse stato un esperimento del dottor Tyrell e che lei e Deckard fossero stati creati l’uno per l’altra allo scopo di verificare se i suoi Nexus fossero capaci di riprodursi. Deckard rifiuta di rispondere alle domande di Wallace o di aiutarlo, anche quando gli viene offerta una copia replicante di Rachael. Luv conduce Deckard in una zona extramondo per torturarlo al fine di estorcergli informazioni, ma K li raggiunge e attacca il convoglio di Luv con il suo spinner, facendolo precipitare in mare vicino alla muraglia che protegge la città dalle inondazioni. Dopo un violento combattimento, K riesce ad uccidere Luv annegandola e porta in salvo Deckard, rivelandogli che per proteggerlo lo darà per morto come vittima dello schianto.
Deckard viene condotto da K al palazzo di Stelline, per potersi ricongiungere con la figlia. Mentre Deckard entra per incontrarla, K, rimasto ferito gravemente dallo scontro finale, si sdraia sulla scalinata della struttura con lo sguardo rivolto al cielo nevoso, attendendo serenamente la morte.

Una suggestiva immagine del film “Blade runner 2049”

Cast e budget

Ridley Scott (regista del film del 1982), in veste di produttore con Andrew Kosove, Broderick Johnson, Bud Yorkin e Cynthia Yorkin non ha badato a spese. Blade Runner 2049 è costato complessivamente 185 milioni di dollari e un tale budget è ben visibile e godibile nelle scenografie molto ricercate, complesse e originali, nell’eleganza dei costumi, nella luce e nella fotografia di grande impatto estetico ed emotivo e nel cast in cui spiccano attori di talento come Ryan Gosling, Robin Wright, Jared Leto e un ‘mummificato’ Harrison Ford. Il regista canadese Denis Villeneuve da sempre attento e sensibile per quanto riguarda l’aspetto umano e psicologico dei suoi film, costruisce questo sequel in maniera sinfonica e maestosa (grazie anche al commento sonoro di Hans Zimmer e Beniamin Wallfisch);  con un’andatura e un ritmo volutamente lento e riflessivo davvero sorprendente. I personaggi dei suoi film sono sempre molto intensi, sofferti e carichi di angosce esistenziali. In Blade Runner 2049 il cineasta canadese descrive con profondità e grazia il drammatico dilemma del confronto tra umani e replicanti come nel primo film di Ridley Scott. In ultima istanza il film di Villeneuve non soffre e non teme l’accostamento con quello del 1982: il suo Blade Runner è un affresco visivo che vive e splende di luce propria.