Bjork: vent’anni fa la maturità con “Homogenic”

La cantante islandese s’impose per originalità ed eclettismo miscelando pop, avanguardia ed elettronica

La copertina di “Homogenic”, cd pubblicato nel settembre del 1997

 

di Alessandro Ceccarelli

Una voce calda dalla gelida Islanda

La sua musica è sempre in anticipo e in antitesi alle effimere mode degli ultimi due decenni. “Homogenic”, suo ambizioso e maturo lavoro fu pubblicato vent’anni fa. Sembra incredibile che un album con suoni moderni, avveniristici e con arrangiamenti a dir poco innovativi possa avere ben quattro lustri. Stiamo parlando di Bjork, un’artista islandese unica nel panorama mondiale. Cantante, polistrumentista, compositrice, produttrice, attrice e modella, Björk è una delle realtà musicali più originali emerse negli anni ’90. Figura eclettica che non si è mai piegata alle regole del mercato discografico, ha sempre puntato alla creatività, alla ricerca e alla sperimentazione elettronica. Si è cimentata con eccellenti risultati anche nel mondo del cinema, interpretando la sofferta protagonista in “Dancer in the dark” di Lars Von Trier. Per il ruolo drammatico di Selma, ricevette il premio come miglior attrice alla 53a edizione del Festival di Cannes del 2000. Björk è una figura unica nel panorama musicale degli ultimi 25 anni: la sua voce con estensione da soprano è caratterizzata di salti di ottava improvvisi di grande effetto. E’ inoltre perfettamente a suo agio anche in contesti jazz e classici. Le sonorità avanguardistiche delle sue composizioni fanno di lei una protagonista assoluta per originalità, coerenza e creatività. La carriera di Björk (Reykjavík, 1965) iniziò a undici anni di età, quando studiava pianoforte alle scuole elementari. Uno dei suoi insegnanti presentò una registrazione di Björk, che cantava la canzone di Tina Charles “I Love to Love”, a Radio One, un’emittente radiofonica islandese. La registrazione venne trasmessa a livello nazionale; ascoltandola, un rappresentante dell’etichetta discografica Fálkinn contattò Björk per farle un’offerta per un contratto discografico. Con l’aiuto del suo patrigno, che suonava la chitarra, registrò il suo primo album, Björk (1977), nel quale si esibiva in diverse canzoni islandesi per bambini e in rifacimenti di canzoni celebri, come “Fool on the Hill” dei Beatles. Il disco divenne un successo in Islanda, anche se rimase praticamente sconosciuto da altre parti. La sua musica era complessa e di non facile ascolto. Il vero primo album fu comunque “Debut” (1993), quando la cantante, ormai matura come artista e compositrice, riscosse un primo importante successo di vendite in Europa e negli Stati Uniti.

 

Il trionfo di “Homogenic

Stupisce sin dalle prime note di “Homogenic” la sua voce potente, impressionante sul registro acuto, dai tratti angosciosi ma intensi di forte emozionalità. Senza ombra di dubbio Bjork è una delle realtà musicali più interessanti e stimolanti emerse negli anni ’90. Dopo l’affermazione internazionale con l’album “Telegram”, Bjork decise di approfondire, esplorare il suo animo emotivo e musicale. L’asticella delle ambizioni venne notevolmente innalzata sin dai tempi per la preparazione del nuovo cd: un anno intero passato negli studi di registrazione El Cortijo di Malaga con l’aiuto di tre produttori, quattordici musicisti e altri 28 strumentisti alle dipendenze del direttore d’orchestra Isobel Griffiths. La cantante islandese oltre a cantare e suonare le tastiere, si è occupata degli arrangiamenti, della programmazione dei sintetizzatori e della produzione dei suoni, uno degli aspetti più significativi di questo album. Nei dieci brani Bjork si è cimentata con estrema disinvoltura nell’elettro pop più sofisticato, l’avanguardia, elementi della tradizione classica e della musica elettronica. I brani più interessanti dal punto di vista musicale sono “Hunter” che apre il disco, la maestosa “Joga” con gli archi in evidenza e “Pluto” che si caratterizza per gli innovativi suoni delle percussioni e dei campionatori. L’enorme sforzo compositivo e sonoro di Bjork fu premiato anche dal mercato discografico. “Homogenic”, nonostante la complessità delle musiche fu un notevole successo a livello internazionale. Raggiunse il quarto posto in Gran Bretagna, il secondo posto in Francia, il decimo posto in Germania, il quinto posto in Austria e Svezia, il sesto in Australia e il 28 posto negli Stati Uniti. Complessivamente l’album ottenne un disco di platino e quattro d’oro.

IL DISCO

Hunter

Joga

Unravel

Blachelorette

All neon like

Years

Immature

Alarm call

Plute

All is full of love

I MUSICISTI

Bjork: lead vocal, keyboards, synthesizers, programming, arranger and producer

Alasdair Allooy: glass harmonica

Mike Brittain: bass

Jeffrey Bryant: Horn

Mark Bell: keyboards

Trevor Morais: drums and electronic percussion

Steve Henderson: tymbales and tympani

Frank Ricotti: snare drums

Guy Sigsworth: clavichord, keyboards, pipe organ

Yasuihro Kobayashi: accordion

Helen Tunstall: harp

and orchestra directed by Isobel Griffiths

 

La cantante islandese Bjork durante un concerto

PARLA BJORK

“La musica non è questione di stile, ma di sincerità.”

“Le persone hanno sempre paura delle novità. Per fare qualcosa di nuovo, dobbiamo considerare dei margini di errore.”

“Gli islandesi sono quelli che hanno memorizzato le saghe… Fummo i primi rapper dell’Europa.”

“Questa è mia madre: l’oceano.”

“Siamo fortunati a vivere l’inizio di una rivoluzione umanistica, il nostro ricongiungimento con la Natura grazie alla tecnologia.”

“Ho trascorso dieci anni in quella fabbrica per orchestre sinfoniche. Poi a 15 anni ho piantato tutto e ho fondato un gruppo punk. La musica deve essere libertà, non schiavitù. I bambini devono essere lasciati liberi di comporre musica, così come disegnano. Solo così possono arrivare a comporre con la stessa facilità con cui imparano le lingue”.